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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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conquistare il predominio uccidendo prima Stefano Bontate ed i suoi uomini piu’ fidati e,<br />

poi, lo stesso Riccobono ed i sui piu’ stretti adepti .<br />

E che Buscetta fosse ritenuto un pericoloso avversario dai “corleonesi” è<br />

inequivocabilmente dimostrato dai numerosi e gravissimi omicidi perpetrati in danno dei<br />

suoi piu’ stretti congiunti, quando trasferitosi nuovamente all’estero, aveva continuato a<br />

costituire una minaccia per gli equilibri instaurati dai gruppi emergenti a seguito della<br />

“guerra di mafia” dei primi anni ‘80.<br />

Per le ragioni esposte appare del tutto insostenibile che Riccobono potesse millantare<br />

nei colloqui con Buscetta un rapporto inesistente con il dott. Contrada,.<br />

L’esistenza, poi, di critiche all’interno di “Cosa Nostra” conseguenti all’eccessiva<br />

frequentazione tra il Riccobono ed il Contrada, costituisce inequivoco indice non soltanto<br />

dell’esistenza di tale rapporto ma anche della notorietà almeno nel 1980 (periodo cui si<br />

riferisce il Buscetta) che tale rapporto aveva assunto all’interno di “Cosa Nostra”, il che ha<br />

trovato conferma in quanto dichiarato dal Cancemi.<br />

D’altra parte anche Lo Jacono Pietro e lo stesso Stefano Bontate avevano palesato al<br />

Mannoia sospetti in ordine ad un'eccessiva “vicinanza” tra il Riccobono ed il dott. Contrada,<br />

(“i mormorii “ sull’eccessiva frequentazione tra i due).<br />

Che nel 1980 i rapporti tra Riccobono e Contrada fossero già consolidati, tanto da<br />

consentire al Riccobono di fornire al Buscetta le assicurazioni di cui si è detto, è un dato<br />

acclarato dalle convergenti dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Mutolo, Cancemi<br />

e Mannoia, che già sono state oggetto di trattazione, ma deve segnalarsi che di tutte le<br />

predette risultanze costituisce ulteriore conferma uno specifico incontro cui altro<br />

collaboratore di giustizia, Rosario Spatola, ebbe modo di assistere personalmente, tra il dott.<br />

Contrada ed il Riccobono, proprio nel 1980, all’interno di un ristorante a Sferracavallo,<br />

paese ricompreso nel territorio di egemonia mafiosa del Riccobono, dove lo stesso ostentava<br />

una particolare sicurezza (di ciò si tratterà piu’ specificamente nel prosieguo).<br />

Che l’imputato fosse in grado di “controllare” un rilevante flusso di informazioni<br />

sull’attività investigativa e di ricerca latitanti, svolta dalla Polizia palermitana, è un dato già<br />

processualmente acclarato, laddove si è accertato che il dott. Contrada, pur prescindendo<br />

dagli specifici incarichi ricoperti, peraltro sempre di altissimo livello nel corso della propria<br />

permanenza a Palermo, veniva costantemente e spontaneamente informato su tutte le<br />

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