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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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1980, è certo che la conoscenza tra i due è avvenuta in epoca antecedente all’arresto del<br />

Caro e si è estesa anche ad epoca successiva, dato che il matrimonio del Caro è avvenuto nel<br />

Settembre 1981 - cfr. f. 25 ud. 7/9/1994).<br />

Il dott. Pellegrino ha anche dichiarato di avere tenuto qualche ricevimento nella<br />

propria abitazione cui avevano partecipato i fratelli Caro insieme ad alcuni funzionari della<br />

Questura tra i quali ha indicato il dott. D’Antone Ignazio (cfr. ff. 13 e ss. ud. cit.).<br />

Federico Caro, escusso all’udienza del 7/9/1994 con posizione processuale identica a<br />

quella del fratello, ha ammesso di conoscere Spatola Rosario in quanto proprio compaesano,<br />

ma ha sostenuto di averlo frequentato solo occasionalmente, mostrando di non apprezzare<br />

l’appartenenza del di lui padre alle Forze dell’Ordine (“ ma, lo vidi qualche volta così, ma<br />

neanche un caffè ci prendevamo assieme, perchè, lo vede, sapevo di essere Spatola, in un<br />

certo qual modo figlio di un agente....dei Carabinieri, in un certo qual modo, con tutto il<br />

rispetto..- cfr. ff. 32-34-35-36 ud. cit.). Ha confermato di essere coniugato con Ninfa<br />

Margiotta, figlia di Salvatore Margiotta, di avere vissuto a Palermo nella via Cappuccini<br />

n°259 ed altresì di essere iscritto alla Massoneria e precisamente alla Loggia “Triquetra<br />

582” Grande Oriente di Palermo facente capo a Palazzo Giustiniani (cfr. ff.34 - 40- 45 e ss.<br />

ud. cit.).<br />

Il teste m.llo Canale ha riferito che il predetto coabitava con la moglie nella stessa<br />

casa del suocero (cfr. ff. 18 -74 e ss. ud. 27/9/1994).<br />

Il Caro ha dichiarato di avere rivestito all’interno della citata loggia massonica il<br />

grado di Maestro, piu’ elevato di quello ricoperto dal fratello Rosario: tale circostanza è<br />

stata oggetto di specifica trattazione da parte del collaborante Spatola (cfr. Caro ud.<br />

7/9/1994 f. 45 e Spatola ud. 27/4/1994 f. 46).<br />

Ha ammesso di essere stato titolare sia di licenza di porto di pistola che di fucile,<br />

revocategli a seguito di un procedimento penale a suo carico (cfr. ff. 38 - 41e ss. ud. cit.).<br />

Entrambi i fratelli Caro hanno ammesso di conoscere sia l’armiere Dieli che Benito<br />

Vella, collega di Rosario Caro alla “TESSILCOM” (cfr. ud. 7/9/1994 ff. 15- 16 - 43).<br />

Benito Vella, escusso all’udienza del 7/9/1994, su richiesta della difesa formulata ex<br />

art. 195 c.p.p, è risultato essere il soggetto indicato dallo Spatola come “Umberto” Vella<br />

(cfr. nota redatta dalla sezione di P.G. dei C.C. presso il Tribunale di Palermo del 12/8/1994<br />

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