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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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delitto e che comunque tale notizia pervenuta persino ad Antonino Salvo per il tramite di<br />

notizie di stampa fosse del tutto ignota all’odierno imputato.<br />

Altrettanto incredibile è poi la circostanza relativa ad una tardiva comunicazione<br />

fatta dall’odierno imputato al dott. Falcone in ordine all’incontro avuto con Antonino Salvo,<br />

avuto riguardo al tenore delle dichiarazioni rese dai testi Pellegrini ed Ajala e tenuto conto<br />

del fatto che nel corso dell’interrogatorio reso da Nino Salvo il 5/12/1984 i magistrati, e tra<br />

questi il dott. Falcone, gli avevano rivolto una specifica domanda in ordine all’incontro<br />

avuto con il dott. Contrada, emergente dalla telefonata intercettata, evidentemente ritenendo<br />

quell’incontro sospetto e meritevole di approfondimento (cfr. f. 7 interrogatorio cit.).<br />

Il mancato ricordo dell’episodio addotto dal Prefetto De Francesco sia in ordine ad<br />

un’informazione preventiva da parte del suo Capo di Gabinetto sia a quella successiva sul<br />

contenuto del colloquio ed anche sull’asserita visita da parte del col. Castellano, trova<br />

spiegazione nel fatto che il dott. Contrada non soltanto aveva assunto subito in prima<br />

persona l’iniziativa di accettare quell’incontro senza neppure conoscere la motivazione della<br />

richiesta, disconoscendo, quindi, la delicatezza dell’incarico istituzionale ricoperto, ma non<br />

ne aveva neppure parlato successivamente all’Alto Commissario.<br />

Tale conclusione è avvalorata dal fatto che del contenuto dell’incontro non è stata<br />

rinvenuta alcuna traccia documentale in appunti che in circostanze analoghe venivano<br />

redatti secondo la direttiva impartita dallo stesso Alto Commissario (in relazione<br />

all’incontro richiesto dall’ex sindaco Insalaco si è evidenziato come il Prefetto De Francesco<br />

avesse conservato ricordo dell’incontro ed anche dell’appunto scritto redatto dal dott.<br />

Contrada).<br />

E’ risultata priva di fondamento, poi, un'altra circostanza addotta dall’imputato in<br />

ordine alla mancata disponibilità di apparecchi di registrazione essendo stata smentita dal<br />

Prefetto De Francesco ed in ogni caso apparendo la stessa palesemente pretestuosa,<br />

attesocchè il dott. Contrada ben avrebbe potuto ritardare il colloquio con Nino Salvo per il<br />

tempo necessario a procurarsi l’apparecchio di registrazione nei vicini uffici in dotazione al<br />

S.I.S.D.E.<br />

Da tutte le predette risultanze emerge, quindi, che il contatto tra il dott. Contrada e<br />

Antonino Salvo trova la sua spiegazione nel rapporto personale esistente tra i due ed a<br />

ragion veduta l’odierno imputato aveva ritenuto di celarlo sia all’Alto Commissario che al<br />

magistrato che procedeva nei confronti dei cugini Salvo per il reato di associazione mafiosa.<br />

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