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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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addetto alla sezione “Volante”, aveva avuto modo di constatarne il “temperamento<br />

esuberante e vitale” (cfr. ff. 118-121-139 ud. cit.). Ha affermato di avere appreso da alcuni<br />

colleghi, che non è stato in grado di indicare nominativamente, che il dott. Gentile era stato<br />

“quasi costretto” a fare quella relazione (“ queste cose io le orecchio un pochettino, ma<br />

intanto io non ebbi un diretto contatto con Gentile per dirgli ma che cosa hai fatto, che cosa<br />

hai scritto, non ebbi questa opportunità”- cfr. ff. 140 e ss. ud. cit.).<br />

Anche il teste Girolamo Di Fazio, escusso all’udienza del 17/1/1995, ha fornito una<br />

definizione del dott. Gentile come poliziotto “ bravo ma esuberante”; ha dichiarato di non<br />

avere assistito nè al colloquio Contrada-Gentile nè alla perquisizione in esame, ma ha<br />

affermato di avere appreso, genericamente, da colleghi “ che il dott. Gentile nel corso della<br />

perquisizione Inzerillo aveva adottato modi bruschi nei confronti della moglie del latitante”<br />

(cfr. ff. 55 e ss. ud. cit.).<br />

Il teste Salvatore Nalbone, pur dichiarando di non avere mai eseguito alcuna<br />

perquisizione insieme al dott. Gentile, ha affermato di avere appreso nell’ambiente d’ufficio<br />

(non ha saputo indicare le fonti di quelle che egli stesso ha definito “dicerie” dell’ambiente<br />

di lavoro) che il funzionario non si comportava bene nei confronti dei familiari in occasione<br />

di irruzioni presso le abitazioni di latitanti (cfr. ff. 18 e ss. ud. 20/1/1995).<br />

Anche il teste Filippo Peritore ha dichiarato di non avere assistito al colloquio<br />

Contrada-Gentile ed anzi alla prima domanda sul punto ha risposto “ io non so bene come<br />

sono andati i fatti” (cfr. ff. 145 e ss. ud. 24/1/1995). Ha affermato di avere appreso, in epoca<br />

e da persone che non è stato in grado di precisare, che, forse, nel corso della perquisizione<br />

eseguita presso l’abitazione dell’Inzerillo si era verificato qualche abuso anche se ha<br />

riconosciuto che il dott. Impallomeni aveva dato incarico a ciascuno dei funzionari dirigenti<br />

di sezione nell’ambito della Squadra Mobile, durante la sua dirigenza, di presenziare sempre<br />

alle perquisizioni domiciliari proprio al fine di garantire la correttezza nell’esecuzione delle<br />

stesse (cfr. ff.149- 164 e 165 ud. cit.). Ha sostenuto di essere venuto a conoscenza, intorno al<br />

1982-1983, direttamente dal dott. Gentile, in occasione della nomina del dott. Contrada a<br />

Capo di Gabinetto dell’Alto Commissario, che “ era infastidito per lo sviluppo che aveva<br />

avuto una relazione di servizio” dallo stesso redatta in precedenza nei confronti del dott.<br />

Contrada avente ad oggetto l’argomento delle perquisizioni; ha dichiarato che il dott.<br />

Gentile non gli aveva riferito quale era il contenuto della relazione (nè egli aveva mai avuto<br />

occasione di leggerla) ma gli aveva confidato di avere subito “pressioni” per scriverla (cfr.<br />

ff. 153 e ss. -164 e ss.- 174 ud. cit.). Non è stato in grado di specificare nè da chi il dott.<br />

Gentile avrebbe ricevuto le asserite pressioni, nè il tipo di pressioni ricevute, nè tantomeno<br />

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