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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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provata in sede amministrativa; a tal fine ha fatto riferimento esclusivo alla vicenda, neppure<br />

citata nella missiva del Prefetto Parisi in data 8/11/1985, afferente all’interrogazione del<br />

senatore Flamini che effettivamente, un’inchiesta già effettuata nel Maggio del 1984, aveva<br />

rivelato priva di fondamento ed in ogni caso non coinvolgente la persona del dott. Contrada<br />

bensì altri funzionari (“ Sono stato sempre contrario ad imbarcarmi in processi del genere,<br />

che so che sono sempre lunghi e si concludono in maniera poco soddisfacente per tutti. A<br />

me bastò quella lettera del Dipartimento della Polizia di Stato in cui si attestava<br />

categoricamente ed ufficialmente che io non c’entravo per nulla che il mio nome non<br />

compariva neppure...quindi fu un attacco deliberato diffamatorio e calunnioso....Domanda:<br />

“ lei ha detto che aveva un’idea ben precisa di chi li aveva ispirati?” Risposta: ”darei<br />

soltanto dei nomi che preferisco non fare perchè sono del mio ambiente istituzionale” cfr.<br />

dichiarazioni imputato ff. 81 e ss.ud. 11/11/1994- ff. 39 e ss. ud. 29/12/1994- ff. 2 e ss. ud.<br />

9/12/1994- Relazione in data 29/5/1984 a firma del Direttore centrale della Polizia criminale<br />

Renato Nicastro inviata al Capo della Polizia concernente gli accertamenti eseguiti in ordine<br />

all’operazione di arresto in Spagna del trafficante Rodolfo Azzoli- acquisita in atti<br />

all’udienza del 15/7/1994- nota in data 5 Novembre del 1985 inviata al sig. Prefetto dott.<br />

Giovanni Pollio dall’Alto Commissario Prefetto Boccia finalizzata a conoscere gli esiti<br />

dell’inchiesta amministrativa in oggetto e relativa risposta inviata dal Direttore centrale G.<br />

Pollio protocollata in data 19 Novembre 1985- atti estratti dal fascicolo personale<br />

dell’imputato acquisito presso il Ministero dell’Interno in data 19/4/1994 ed ulteriormente<br />

evidenziati dalla difesa all’udienza del 23/5/1995).<br />

Anche il Prefetto Vincenzo Parisi nel corso della sua deposizione ha ribadito che<br />

l’unica motivazione alla sua decisione di trasferire il funzionario dalla Sicilia era stata quella<br />

relativa ai pericoli per la sua incolumità personale, ma ha piu’ volte affermato che, già prima<br />

di quel momento, aveva manifestato al dott. Contrada il proprio convincimento in ordine<br />

all’opportunità di un suo distacco perentorio e definitivo dall’ambiente siciliano (“ io ho<br />

avuto sempre una preoccupazione ...che la sua stagione palermitana fosse conclusa, che<br />

per una serie di ragioni non avesse piu’ interesse a lavorare a Palermo per l’altissima<br />

esposizione che comportava questa sua presenza a Palermo...in ogni incontro io gli<br />

suggerivo di lasciare questa città...gli misi a disposizione anche un appartamento perchè<br />

potesse abitare e stare a Roma in maniera continuativa, con la raccomandazione di non<br />

occuparsi della Sicilia, dei problemi della Sicilia, di raccolte di informazioni sulla Sicilia,<br />

di starne fuori....ma non per una ragione di personale diffidenza, date le referenze ed il<br />

brillantissimo curriculum, l’unico motivo era quello di tutelare il funzionario e tutelare<br />

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