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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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come di uno dei suoi piu’ assidui ed antichi clienti ma anche come di persona che, abitando<br />

nel suo stesso quartiere (Adamo ha abitato sin dal 1964 in una villa a Mondello), aveva<br />

modo di incontrare, spesso, anche presso i comuni rivenditori della zona. Si è già riferito che<br />

il teste ha dichiarato di avere sempre visto circolare normalmente il Riccobono in città,<br />

anche nei periodi in cui gli è stato fatto notare che il predetto risultava latitante, ed ha<br />

affermato che nei medesimi periodi si presentava personalmente presso i locali della sua<br />

azienda per trattare direttamente con lui gli acquisti di autovetture (sin dagli anni ‘60 e fino<br />

agli inizi degli anni ‘80) e pagando sempre con denaro contante (cfr. ff. 24-25-39-40-41-57<br />

ud. cit). Ha, poi, ricordato che anche Gaspare Mutolo aveva acquistato presso di lui<br />

un’autovettura GT Alfa Romeo (f. 32) e che Marino Mannoia, tra il 1978 ed il 1980, aveva<br />

acquistato un’autovettura “Ferrari” Turbo ed anche altre costose macchine (cfr. ff. 44-45 ud.<br />

cit.). Il teste ha elencato tra i suoi clienti piu’ assidui anche il dott. Camillo Albeggiani,<br />

appassionato di autovetture “Alfa” e proprietario di barche, una delle quali in società con un<br />

suo collaboratore ed ha aggiunto che, per la particolare natura dei loro rapporti, era uno dei<br />

clienti che trattava direttamente con lui i suoi acquisti (cfr. ff. 32 e 46 ud. cit.).<br />

Con riferimento ai propri precedenti penali e di Polizia il teste ha ammesso di avere<br />

riportato in passato una condanna per porto illegale di pistola con matricola abrasa, di avere<br />

avuto revocata una licenza per collezioni d’armi dal Questore e successivamente di essere<br />

stato destinatario di un provvedimento di divieto di detenzione di armi, anche se ha tentato<br />

di minimizzare il significato di tali precedenti a suo carico (cfr. ff. 48 e ss.; 51-52 ud. cit.).<br />

Sul peculiare rapporto di “vicinanza” esistente tra l'Adamo e “Cosa Nostra” hanno<br />

riferito, nell’ambito dell’odierno procedimento, due collaboratori di giustizia, Francesco<br />

Marino Mannoia e Maurizio Pirrone.<br />

Il primo ha dichiarato di essere al corrente che il proprio capo-famiglia, Stefano<br />

Bontate, era suo assiduo cliente (teneva a lungo le sue auto, senza averle intestate con la<br />

targa prova) e che, in generale , chi nell’ambiente di “Cosa Nostra” prediligeva il tipo di<br />

autovetture “Alfa Romeo” faceva da “Lillo” Adamo i suoi acquisti (con tale diminutivo<br />

“Lillo”era conosciuto all’interno di “Cosa Nostra” cfr. ff. 21 e ss. - 106 e ss.ud. 29/11/1994).<br />

Ha aggiunto di essere personalmente a conoscenza del particolare rapporto di “fiducia” che<br />

vi era tra tale soggetto e molti uomini d’onore, ed a tal proposito ha raccontato di una cena<br />

avvenuta presso un locale in Piazza Marina a Palermo cui aveva partecipato pur essendo<br />

all’epoca latitante, insieme a “Pippo” Calò, parimenti latitante, a Stefano Bontate, Tommaso<br />

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