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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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erano i due funzionari della Squadra Mobile di Palermo inviati a Milano per l’operazione<br />

finalizzata al fermo del Miniati e del Tognoli).<br />

L’ulteriore approfondimento istruttorio ha consentito di accertare quali erano state le<br />

modalità della costituzione del Tognoli nell’Ottobre del 1988 alle Autorità elvetiche, come<br />

si era sviluppato il rapporto di collaborazione instauratosi subito dopo l’arresto del Tognoli<br />

tra l’Autorità Giudiziaria elvetica e quella italiana nonchè le dichiarazioni rese dal Tognoli<br />

nelle prime fasi della sua permanenza in Svizzera ai funzionari di Polizia ed ai magistrati,<br />

svizzeri ed italiani, che con lui avevano avuto i primi diretti contatti .<br />

All’udienza del 28/6/1994 è stata assunta la deposizione del cittadino svizzero Gioia<br />

Clemente, delegato di Polizia presso la Polizia cantonale elvetica di Lugano, in atto<br />

responsabile di tutte le Forze di Polizia nel settore giurisdizionale di Lugano e nel 1988<br />

Commissario di Polizia responsabile del servizio informazioni della Polizia cantonale.<br />

Il teste ha dichiarato di essersi occupato sin dal 1982 delle indagini sulla “Pizza<br />

Connection” nell’ambito delle quali era emersa la figura di Oliviero Tognoli come soggetto<br />

collegato ad esponenti di “Cosa Nostra” ed in particolare a Leonardo Greco; ha ricordato<br />

che nel 1988 la dott.ssa Carla Del Ponte, il magistrato titolare dell’inchiesta per il settore<br />

svizzero, gli aveva riferito di avere avuto dei contatti con il difensore di Oliviero Tognoli<br />

con il quale aveva concordato le modalità di costituzione alle Autorità elvetiche del proprio<br />

assistito, latitante da circa quattro anni; ha precisato che la costituzione del Tognoli era<br />

avvenuta il 12 Ottobre del 1988 all’aeroporto di Lugano dove si erano recati a prelevarlo lo<br />

stesso Gioia ed un suo collaboratore, l’ispettore Mazzacchi; il commissario Gioia era stato il<br />

primo appartenente alle Forze dell’Ordine elvetiche che aveva avuto un colloquio con il<br />

Tognoli subito dopo la sua costituzione, apprendendo dallo stesso che la prima città che<br />

aveva raggiunto fuggendo da Palermo era stata Catania, successivamente si era recato nelle<br />

vicinanze di Milano in attesa di un documento per l’espatrio e quindi aveva raggiunto le<br />

isole Canarie; il Commissario Gioia ha affermato di avere rivolto al Tognoli una specifica<br />

domanda tendente ad accertare come avesse fatto a fuggire da Palermo sottraendosi<br />

all’arresto ed il Tognoli gli aveva risposto: “ fui informato da un suo pari grado”-<br />

precisando che doveva scappare perchè di lì a poco sarebbe stato emesso nei suoi confronti<br />

un provvedimento restrittivo; il teste ha dichiarato di avere chiaramente compreso che si<br />

trattava di un funzionario di Polizia italiano; nel corso della sua deposizione, su specifiche<br />

domande poste dalle parti, ha escluso che in quella circostanza il Tognoli avesse fatto alcun<br />

riferimento a notizie ricevute dal fratello al momento della sua fuga ed ha ribadito che<br />

Tognoli non gli aveva detto di essere già stato colpito da mandato di cattura, ma di essere<br />

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