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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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fascicoli), erano pervenuti alla conclusione di enucleare tre distinti gruppi di soggetti da<br />

denunciare, essendo impossibile ricomprendere in un unico rapporto tutti gli esponenti delle<br />

cosche mafiose tra le quali non sempre risultavano evidenti i collegamenti che potessero<br />

giustificare la configurazione di un’unica associazione; era stato così stabilito, di concerto<br />

con il Questore, di procedere all’elaborazione di tre distinti rapporti, con relativa divisione<br />

dei compiti tra i vari esponenti del gruppo di lavoro: nelle linee generali per il rapporto,<br />

avente ad oggetto il gruppo di mafia piu’ numeroso e pericoloso facente capo alle famiglie<br />

Spatola- Gambino-Inzerillo- Di Maggio, si era ritenuto di poter procedere ad un’operazione<br />

di arresti in flagranza; per un secondo rapporto facente riferimento a soggetti collegati alle<br />

famiglie Badalamenti, Bontate e Sollena non si era ritenuta praticabile la soluzione<br />

dell’operazione di polizia con arresti in flagranza essendo già stato inoltrato all’A.G. un<br />

rapporto per traffico di stupefacenti, per cui si era adottata la decisione di inoltrare, quale<br />

seguito, un ulteriore rapporto di denuncia per associazione per delinquere; ed infine per un<br />

terzo rapporto contenente circa dodici nominativi di personaggi ritenuti di minor spessore<br />

delinquenziale erano stati individuati vincoli associativi al loro interno ma non con il gruppo<br />

criminale principale (cfr. deposizione teste Borgese cit.- memoria Immordino cit. e<br />

deposizioni dei testi Giuseppe Impallomeni ud. 20/5/1994 ff.237 e ss.; Giacomo Salerno ud.<br />

12/5/1995 ff. 140 e ss.; Francesco Federico ud. 24/1/1995 ff. 1 e ss.; Carmelo Emanuele ud.<br />

23/6/1995 ff. 13 e ss. nonchè le relative relazioni dagli stessi redatte, allegate all’ispezione<br />

Zecca ed acquisite in atti ed oggetto di conferma nel corso dei rispettivi esami<br />

dibattimentali).<br />

All’interno del gruppo di lavoro il dott. Emanuele, addetto ininterrottamente per<br />

circa sedici anni all’ufficio Misure di Prevenzione, rappresentando la memoria storica della<br />

Squadra Mobile palermitana, aveva dato l’apporto piu’ significativo al lavoro di<br />

coordinamento ed elaborazione del materiale investigativo raccolto (cfr. deposizione resa<br />

sul punto dal teste Borgese ff. 50 e ss. ud. cit.).<br />

I componenti del predetto gruppo di lavoro avevano ravvisato l’urgenza di<br />

concludere in tempi rapidi l’elaborazione dei rapporti condividendo, altresì, il timore di<br />

nuove sanguinose iniziative da parte della mafia che, infatti, dopo poco tempo, non tardò a<br />

realizzare l’ennesimo efferato omicidio ai danni del cap. dei C.C. Emanuele Basile; il<br />

gruppo si era sforzato di attenersi alle direttive del piu’ stretto riserbo impartite dal<br />

Questore, anche se la notizia che lo stesso stava lavorando su incarico del Questore si era<br />

diffusa all’interno degli ambienti della Questura di Palermo (cfr. dep. teste Vincenzo<br />

Boncoraglio f. 128 ud. 10/1/1995); sul punto sia il teste De Luca che il teste Vasquez hanno<br />

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