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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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strangolamento dallo stesso Bontate insieme a Riccobono e ad altri “uomini d’onore”, sia<br />

per le gravi accuse che aveva rivolto nell’occasione riferita al Riccobono, sia per la sua<br />

eccessiva intraprendenza all’interno dell’organizzazione criminale ricollegabile alla sua<br />

determinazione di diventare il rappresentante della famiglia mafiosa di Palermo centro (cfr.<br />

ff.10- 79 e 103 trascr. ud. cit.).<br />

Il collaborante ha poi dichiarato di avere assistito casualmente intorno all’anno 1979,<br />

durante una sua visita alla villa del Bontate, ad un colloquio tra Giovanni Teresi, detto “u<br />

pacchiuni” consigliere all’epoca della famiglia di Santa Maria di Gesu’, e lo stesso Stefano<br />

Bontate nel corso del quale i due avevano parlato del dott. Contrada e del conte Cassina con<br />

riferimento ad appuntamenti e riunioni da fissare nei giorni a seguire; in particolare il<br />

Bontate aveva detto al Teresi di chiedere al conte Cassina di organizzare un incontro con<br />

Contrada, cui avrebbero dovuto partecipare, oltre allo stesso Bontate ed al dott. Contrada,<br />

anche il Cassina ed il Teresi (cfr. ff. 10-14 e 93 trascr. cit.). Ha precisato che nell’occasione<br />

non era intervenuto con domande ritenendo che l’argomento in questione non fosse di sua<br />

“competenza” e che in ogni caso non lo riguardasse (cfr. f. 14 trascr. cit.). Ha chiarito che,<br />

sin dal suo ingresso in “Cosa Nostra”, era a conoscenza della particolare intimità che legava<br />

il Cassina al Bontate ed al Giovanni Teresi e che aveva appreso anche prima della sua<br />

affiliazione, fin dai tempi del sequestro del figlio del conte Cassina, che il Bontate era già<br />

legato al conte Cassina tanto che in occasione di quel sequestro verificatosi ad opera di<br />

Salvatore Riina in un periodo in cui il Bontate era ristretto in carcere, questi era andato su<br />

tutte le furie (cfr. ff. 90-91-92 trascr. cit.). Il collaborante ha, quindi, riferito un’altra<br />

circostanza nel corso della quale egli aveva avuto occasione di apprendere dell’esistenza di<br />

rapporti tra Bontate e Contrada. In un periodo che ha indicato intorno al 1979-1980<br />

(precisando però di non avere ricordi precisi in ordine a tale collocazione cronologica<br />

potendosi sbagliare “anche di qualche anno”) aveva appreso direttamente dal Bontate che<br />

questi aveva ottenuto la patente per interessamento del dott. Contrada (cfr. ff.10- 58 e 73<br />

trascr. cit.). Nello stesso periodo aveva appreso ancora dallo stesso Bontate di un altro<br />

interessamento del dott. Contrada per la patente di altro personaggio di “Cosa Nostra” tale<br />

Greco “Pinè”, “uomo d’onore” di Ciaculli, al quale la patente era stata consegnata<br />

direttamente a casa, secondo il ricordo del collaborante o dallo stesso Bontate o dal Teresi<br />

ovvero da entrambi (cfr. ff. 10-11-58 ud. cit.). Ha aggiunto che alla fine del 1982<br />

ricollegando i suoi ricordi alla scomparsa per “lupara bianca” del Riccobono, trovandosi<br />

detenuto insieme a Pietro Lo Iacono presso la nona sezione dell’Ucciardone di Palermo e<br />

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