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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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conto, come avvenuto di recente, della complessità degli affari del marito; tra le circostanze<br />

che la sig.ra Ziino non aveva detto ai magistrati ha ricordato anche quella relativa ad una<br />

telefonata che il marito aveva ricevuto alle h. 7,30 del giorno in cui era stato ucciso e che dal<br />

tono della sua voce le era sembrata proveniente da una persona a lui nota; a seguito di<br />

questa telefonata l’ing. Parisi aveva modificato il programma di quella giornata che<br />

prevedeva una trasferta fuori Palermo e si era recato all’appuntamento con i suoi assassini<br />

(cfr. ff. 5 e ss. -17 e ss. ud. cit.).<br />

Il teste ha, quindi, ricordato che una Domenica del mese di Febbraio del 1988,<br />

all’ora di pranzo, mentre si trovava a Roma aveva ricevuto una telefonata da parte della<br />

sig.ra Parisi che, molto agitata e preoccupata, gli aveva comunicato che quello stesso giorno,<br />

poco tempo prima, si era presentato presso la sua abitazione, inaspettatamente, il dott.<br />

Contrada che le aveva chiesto notizie in merito al contenuto della sua audizione dinanzi al<br />

G.I.; la signora gli aveva riferito che effettivamente il giorno prima era stata sentita dal<br />

giudice Falcone su talune vicende concernenti l’omicidio del marito e che la sua audizione<br />

era stata fissata in un giorno di Sabato proprio per dare minore pubblicità ed evidenza<br />

all’incontro, adottando anche altre precauzioni per mantenerlo riservato; si era talmente<br />

sopresa del fatto che il dott. Contrada fosse venuto a conoscenza della sua audizione da<br />

avere liquidato molto rapidamente la conversazione sul punto negando di essere stata sentita<br />

dal magistrato; la signora gli aveva riferito di avere pronunciato come risposta secca e<br />

conclusiva di quell’incontro una frase che era rimasta impressa nella memoria del prof.<br />

Galasso : “ Ma lei dott. Contrada di che cosa si preoccupa?”(cfr. ff. 7 e ss.- 12 e ss..- 16 ud.<br />

cit.).<br />

Il teste ha ricordato di avere cercato di tranquillizzare la signora dicendole che<br />

avrebbe cercato di mettersi in contatto con il dott. Falcone; quello stesso giorno non lo<br />

aveva trovato, ma era riuscito a contattare telefonicamente il dott. Ajala al quale aveva<br />

riferito l’accaduto pregandolo di avvisare anche il dott. Falcone; il giudice Ajala si era<br />

dimostrato molto contrariato ed aveva esclamato una frase del tipo: “ a Palermo anche i<br />

muri hanno occhi ed orecchie” (cfr. f. 8 ud. cit.).<br />

Subito dopo aveva informato la signora Parisi e l’ aveva tranquillizzata dicendole<br />

che nell’eventualità di altre sue deposizioni davanti ai magistrati di Palermo sarebbero state<br />

adottate misure di riservatezza piu’ efficaci; dopo qualche giorno aveva incontrato<br />

personalmente anche il dott. Falcone ed insieme avevano parlato di quella visita “molto<br />

sorprendente” del dott. Contrada; anche il predetto magistrato, già informato dal suo collega<br />

Ayala dell’episodio, si era mostrato molto contrariato ed aveva usato un’espressione del<br />

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