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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Si tratta dellla parte della deposizione dibattimentale in cui il collaborante ha<br />

dichiarato di avere appreso da Lipari Giovanni e da Calò Giuseppe che il dott. Contrada era<br />

un uomo che intratteneva numerose relazioni extra-coniugali ed a cui “piaceva giocare”<br />

(mi diceva che il dott. Contrada era un fimminaru, era uno che giocava, mi diceva queste<br />

cose...ho sentito quelle cose da Calò ed anche da Lipari - cfr. ff. 128-139 e 140 ud. cit.).<br />

Tali dichiarazioni, frutto di conversazioni casuali ed estemporanee, hanno ad oggetto<br />

condotte che, afferendo ad un piano strettamente personale (il Cancemi con riferimento al<br />

gioco delle carte non ha mai parlato di gioco d’azzardo ma di semplice passione per il gioco<br />

delle carte), non hanno alcun rilievo a fini penali e quindi ben poca rilevanza possono avere<br />

ai fini in oggetto; purtuttavia, non vi è dubbio che la riferita frequentazione di compagnie<br />

femminili è un dato che nell’odierno processo ha ricevuto plurime conferme (cfr.<br />

dichiarazioni rese sul punto dal collaborante Mutolo -l’accertata frequentazione, con<br />

compagnie femminili, dell’appartamento di via Guido Jung- le perquisizioni effettuate<br />

nell’ambito dell’odierno procedimento presso abitazioni diverse da quella coniugale<br />

dell’imputato- le stesse ammissioni fatte dall’imputato) mentre per il gioco delle carte molti<br />

testi citati dalla difesa (a titolo esemplificativo v. deposizioni dei testi: Vasquez -ud.10<br />

/1/1995; Boncoraglio ud. 10/1/1995- De Sena ud. 17/1/1995- Di Fazio ud. 17/1/1995-<br />

Nalbone ud. 20/1/1995- Buscemi ud. 20/1/1995- Incalza ud. 24/1/1995) hanno escluso<br />

l’interesse dell’imputato in tale settore. Questi dal canto suo ha respinto con decisione tale<br />

asserita dedizione al gioco delle carte: ed infatti all’udienza del 23/12/1994 ha affermato “<br />

io non ho mai praticato il gioco, neppure a livello familiare”.<br />

L’Accusa, al fine di smentire la categoricità di tale asserzione, ha evidenziato che in<br />

una pagina dell’agenda personale dell’imputato, alla data del 16/3/1986, risulta che lo stesso<br />

imputato ha annotato la frase “giocato a carte- ore 23 a casa”.<br />

In ogni la circostanza in oggetto, per i motivi anzidetti, appare priva di alcun rilievo<br />

ai fini dell’attendibilità del Cancemi.<br />

Devono, infine, prendersi in esame le dichiarazioni rese dal collaborante, a carico del<br />

dott. Ignazio D’Antone, sia ai fini di un giudizio generale di credibilità dello stesso sia per la<br />

specifica refluenza che il rapporto Contrada-D’Antone ha nell’ambito dell’odierno<br />

procedimento.<br />

Il Cancemi, infatti, all’udienza del 10/10/1994, ha riferito le notizie apprese da<br />

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