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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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fidanzamento con una ragazza, di cui era innamorato (cfr. ff. 23 trascr. cit.).<br />

Per quanto concerne le notizie riferite sul conto dell'odierno imputato, il Marchese,<br />

in sede di deposizione dibattimentale, ha parlato di tre episodi, tutti cronologicamente<br />

collocati nel corso dell'anno 1981 e quindi in epoca successiva alla sua formale iniziazione.<br />

In particolare ha dichiarato che la tenuta della "Favarella" di Michele Greco<br />

(all'epoca dell'iniziazione del collaborante capo del "mandamento" di Ciaculli) era uno dei<br />

luoghi in cui si recava spesso perchè frequentato da molti "uomini d'onore" e da personaggi<br />

di rilievo che in quel sito si riunivano (cfr. ff. 24 e 35 in sede di esame del P.M e ff. 73 e 103<br />

in sede di controesame difesa - trascr. ud. 22/4/1994). Proprio in tale luogo un giorno<br />

all'inizio del 1981 (cfr. ff. 29 e 54 trascr. cit) lo zio Marchese Filippo, uscendo da un<br />

magazzino dove aveva avuto una breve riunione con Michele Greco, Pino Greco e Greco<br />

Salvatore detto "il senatore", si era appartato con lui, comunicandogli riservatamente di<br />

andare ad avvisare lo " zio Totuccio" ("alias" Riina Salvatore), all'epoca latitante, perchè il<br />

“dottore Contrada” aveva fatto avere notizie per lui ed in particolare che (le Forze di<br />

Polizia) avevano individuato la località dove il Riina si rifugiava e che nelle mattinate<br />

avrebbero fatto qualche perquisizione domiciliare nella zona (" fici sapere u dottor<br />

Contrada che hanno individuato la località dov'è che praticamente lui stava, dice, nelle<br />

mattinate dovrebbero fare qualche, diciamo, perquisizione" cfr. ff. 24 e 25 trascr. ud.<br />

22/4/1994).<br />

Marchese Filippo era a conoscenza dei contatti diretti che il Riina manteneva con il<br />

nipote Giuseppe, che era già stato altre volte nella villa, nella località Borgo Molara sulla<br />

salita di Villagrazia di Palermo, conosciuta solo da pochi intimi, dove il Riina trascorreva in<br />

quel periodo la sua latitanza (cfr. ff. 8 e 9 in cui il collaborante fornisce una dettagliata<br />

descrizione della villa; ff. 16- 25 e 82 trascr. cit.).<br />

Il Marchese si era, quindi, recato dal Riina, in questa villa, per riferirgli quanto<br />

comunicatogli dallo zio. In particolare gli aveva riferito che il dott. Contrada era la fonte<br />

delle informazioni sulle imminenti perquisizioni ed il Riina per nulla sorpreso e senza<br />

chiedere alcuna spiegazione (cfr. f. 42 esame P.M. ed in sede di controesame f. 73 trascr.<br />

cit.) aveva deciso di abbandonare immediatamente l'abitazione per recarsi a San Giuseppe<br />

Jato, nella tenuta di tale "Totò <strong>La</strong>zio", insieme alla moglie, ai figli ed alla cognata Manuela<br />

(cfr. ff. 25 e 26 trascr. cit.).<br />

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