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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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quell’attentato fosse ricollegabile alla presenza della delegazione svizzera in Sicilia (cfr. f.<br />

17 e ss.- 45 e ss. ud. 28/6/1994).<br />

Dai processi verbali delle dichiarazioni rese da Giovanni Falcone al Procuratore<br />

della <strong>Repubblica</strong> di Caltanissetta in data 12/7/1989 e 4/12/1990, in merito al patito attentato<br />

dinamitardo del Giugno 1989 nella sua residenza estiva di via Cristoforo Colombo<br />

all’Addaura, si evince che il dott. Falcone aveva chiaramente indicato ai magistrati che<br />

indagavano su quel delitto quale possibile movente le indagini che egli stava svolgendo<br />

sulla “Pizza Connection” in collaborazione con i colleghi svizzeri presenti a Palermo in<br />

occasione dell’attentato, indicando altresì la possibilità che da quelle indagini potessero<br />

emergere conseguenze ed implicazioni di natura istituzionale e che in particolare uno degli<br />

imputati, Oliviero Tognoli, non aveva detto per intero la verità sui suoi collegamenti con la<br />

mafia siciliana e sulle inquietanti vicende riguardanti la sua fuga da Palermo (“Ritengo che<br />

tra i possibili moventi che hanno determinato il collocamento dell’ordigno esplosivo<br />

davanti la mia residenza estiva in via Cristoforo Colombo all’Addaura possono essere<br />

indicati i seguenti: 1) la mia nomina a Procuratore aggiunto presso la Procura della<br />

<strong>Repubblica</strong> di Palermo, incarico che “Cosa Nostra” aveva tutto l’interesse ad impedire o<br />

ostacolare; 2) le importanti indagini che allo stato sono da me condotte in relazione ad un<br />

grosso fenomeno di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti; dette<br />

indagini si riferiscono ad una vicenda giudiziaria che vede imputate numerosissime persone<br />

di grosso spessore mafioso e da cui potrebbero emergere anche conseguenze ed<br />

implicazioni di natura istituzionale così in Italia come anche all’estero; dico ciò perchè la<br />

vicenda ha interferenze con il procedimento penale pendente nello stato elvetico ed i cui<br />

giudici qualche giorno prima dell’attentato erano venuti a Palermo per espletare una<br />

rogatoria internazionale....debbo dire al riguardo che il giorno 19 Giugno 1989 in<br />

occasione della presenza a Palermo dei colleghi svizzeri impegnati nella rogatoria avevo<br />

loro proposto di prendere insieme un bagno nelle acque dell’Addaura il giorno successivo e<br />

cioè il 20 Giugno dopo le h.14,00, ciò però non fu piu’ possibile perchè l’espletamento<br />

della rogatoria si protrasse piu’ del previsto“- “ la coincidenza dell’attentato con la<br />

presenza dei giudici svizzeri a Palermo, che sarebbero rimasti sicuramente coinvolti<br />

dall’esplosione dell’ordigno, mi inducono ad una seria riflessione ove si consideri che, ben<br />

conoscendo le abitudini ed i metodi operativi di “Cosa Nostra”, quasi sicuramente non<br />

sarebbero stati uccisi dei magistrati di un altro paese ove ciò non fosse stato ritenuto<br />

opportuno e necessario. Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che, ove si fosse voluto<br />

prendere di mira soltanto la mia persona, avrei potuto essere oggetto di attentati in mille<br />

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