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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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per partecipare ad un’operazione di Polizia, finalizzata alla cattura del Riccobono,<br />

unitamente al dott. Gentile e ad una decina di uomini, proprio nella predetta via Guido Jung.<br />

Nell’occasione, alle cinque del mattino, dopo un primo tentativo di suonare al<br />

campanello dell’appartamento, sito in uno stabile della via Guido Jung (di cui il teste non è<br />

stato in grado di ricordare con precisione il numero civico) , al piano attico, era stato<br />

richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per forzare la porta, ed una volta entrati, gli<br />

ufficiali operanti avevano verificato che all’interno dell’appartamento si trovavano,<br />

effettivamente, la moglie e la figlia del Riccobono, all’epoca fidanzata con il <strong>La</strong>uricella.<br />

Il teste ha dichiarato di avere personalmente constatato che il letto della camera<br />

nuziale sembrava da poco rifatto, e che aveva ritenuto che il Riccobono fosse riuscito a<br />

fuggire nelle more dell’intervento da parte dei vigili del fuoco. Nell’occasione il teste ha<br />

dichiarato di non avere firmato alcuna relazione di servizio ed ha precisato che il verbale in<br />

atti del 7/7/1980 recante la firma propria e quella del m.llo Buscemi Gaetano, non aveva<br />

nulla a che vedere con quella operazione, afferendo ad una ricerca di “routine” del<br />

Riccobono a seguito di un provvedimento emesso dall’A.G.<br />

<strong>La</strong> predetta testimonianza, assume un particolare valore probatorio per diversi<br />

motivi: proveniente da fonte, citata dalle stessa difesa, ha consentito di verificare che già dal<br />

Gennaio 1980, periodo in cui ancora il dott. Contrada reggeva interinalmente la Squadra<br />

Mobile di Palermo, circolavano nell’ambiente della Squadra Mobile di Palermo, notizie di<br />

natura confidenziale sul conto del Riccobono, che lo indicavano frequentare la zona di via<br />

Guido Jung di Palermo; che solo a seguito di tale operazione, eseguita nel periodo della<br />

dirigenza del dott. Impallomeni, era stato possibile per le Forze di Polizia, pervenire<br />

all’individuazione dell’appartamento effettivamente abitato dalla famiglia Riccobono, sito al<br />

civico n°1 della via Guido Jung, indirizzo che solo a decorrere dal Luglio 1980 era stato<br />

indicato in atti di Polizia come possibile recapito del Riccobono. Rilevasi che<br />

l’appartamento in oggetto corrisponde esattamente alle caratteristiche riferite dal<br />

collaborante Pirrone il quale aveva appreso, direttamente dai congiunti dello stesso<br />

Riccobono che, questi, nel 1979, abitava proprio in un attico dotato di uno stratagemma che<br />

consentiva di poter fuggire in caso di bisogno.<br />

<strong>La</strong> circostanza che la Polizia si avvaleva di confidenti della zona di Partanna-<br />

Mondello, ed in particolare che proprio con riferimento a tale zona, sia l’imputato che altri<br />

appartenenti alla Squadra Mobile, disponevano di fonti confidenziali, è stata confermata<br />

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