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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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l’amicizia ” (cfr. ff. 44 e ss. ud. cit.) . <strong>La</strong> Ruisi le aveva riferito, altresì, di avere visto in una<br />

circostanza un album di fotografie in cui c’era una foto del dott. Contrada con il “boss” di<br />

Partanna, ma di non avere piu’ trovato quella foto in una successiva occasione in cui aveva<br />

avuto modo di prendere nuovamente visione di quell’album (cfr. ff. 46 ud. cit.). <strong>La</strong> teste ha<br />

dichiarato di avere percepito l’importanza che quelle dichiarazioni fatte dalla Ruisi potevano<br />

avere per la Giustizia e per tale motivo aveva deciso di assolvere al proprio dovere di<br />

cittadina informando l’A.G. di quel colloquio (cfr. ff. 51 e ss. ud. cit.). Ha confermato che<br />

nel corso di una contestuale citazione preso gli uffici della Procura, aveva informato la sig.ra<br />

Ruisi di quanto aveva riferito ai magistrati, ma aveva notato che la Ruisi era fortemente<br />

contrariata per tale sua decisione, visibilmente pallida, preoccupata e tremante (cfr. ff. 53 e<br />

ss. ud. cit.).<br />

Ha dichiarato che nel corso di quel colloquio, in cui aveva riferito le stesse parole<br />

ripetute anche all’odierno dibattimento, la Ruisi non le aveva contestato la verità di quanto<br />

affermato ma le aveva detto che “se fosse stata sola avrebbe tirato fuori la verità ma non<br />

poteva farlo, perchè aveva dei figli “, manifestandole chiaramente la propria paura per le<br />

conseguenze cui poteva andare incontro confermando quelle parole, dicendole, altresì, che<br />

anche “Pina” (della quale in quella circostanza le aveva fatto per la prima volta il nome<br />

come la figlia del Riccobono che aveva avuto quello “sfogo”) “viveva nella paura” e non<br />

avrebbe mai confermato quelle parole (cfr. ff. 55 e ss. ud. cit.).<br />

<strong>La</strong> teste ha dichiarato che in quello stesso giorno, negli uffici della Procura, dopo<br />

l’assunzione delle dichiarazioni da parte della sig.ra Ruisi, si era svolto un confronto tra lei e<br />

la Ruisi avente come oggetto esclusivo la questione della fotografia del dott. Contrada che la<br />

Ruisi le aveva rivelato di avere visto, con ciò evidenziando che quello era stato l’unico<br />

punto di contrasto tra le dichiarazioni rese da entrame le testi ai magistrati della Procura di<br />

Palermo (cfr. ff. 59 e ss. ud. cit.).<br />

Nel prosieguo della sua deposizione la teste Pirrello ha avuto modo di precisare di<br />

essere attualmente casalinga, per propria scelta personale, avendo da accudire ad un<br />

bambino in tenera età, mentre in passato ha dichiarato di avere svolto la professione di<br />

consulente finanziaria, dirigente della “Diners Club” d’Italia; ha chiarito le tragiche<br />

circostanze nel corso delle quali aveva avuto modo di conoscere il giudice Borsellino, il 25<br />

Novembre del 1985, quando l’auto di scorta di tale magistrato era uscita fuori strada,<br />

investendo alcuni ragazzi del Liceo Meli, che sostavano sul marciapiedi di fronte l’istituto<br />

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