PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

Amministrazione di appartenenza dotato di efficacia immediata (cfr. ff. 112 e ss. ud. cit.); ha
dichiarato di avere provveduto a comunicare personalmente al dott. Contrada il successivo
9/12/1992 il provvedimento ed in quella circostanza aveva “ritenuto opportuno” devolvere
al dott. Contrada la somma di £ 10.000.000 quale forma di compenso per quel
provvedimento di restituzione eccezionalmente dotato di efficacia immediata e quale
contributo per le spese legali che lo stesso avrebbe dovuto sostenere in vista del processo a
suo carico; ha dichiarato di avere prelevato detta somma da un fondo istituito presso il
S.I.S.D.E. per far fronte ad esigenze di carattere eccezionale dei suoi funzionari che per
prassi era destinato a contributi per situazioni di particolare disagio quali spese mediche per
malattie, interventi chirurgici, funerali, situazioni familiari particolari (cfr. ff. 148 e ss. ud.
cit.); ha affermato di avere ritenuto lecito assimilare analogicamente la situazione in cui era
venuto a trovarsi il dott. Contrada a quelle prima elencate (“ Ora qui, in questo caso, ecco io
me ne assumo tutta la responsabilità, non era nè malato nè cose, nè doveva fare operazioni,
però era un atto quello che io dovevo compiere, insomma, di dire ad un uomo che stimavo,
ecco perchè non lo debbo dire: tu te ne vai e sono proprio io che ti mando via, ecco che ho
ritenuto, visto che lui perdeva l’indennità, perdeva lo stipendio....io l’ho restituito con
carattere di immediatezza: a quel punto c’era anche un disagio economico ed ho ritenuto
che in quel momento sarebbe stato dal punto di vista umano, piu’ che lecito farlo rientrare
in quelli che erano i casi in cui l’ufficio viene incontro a certe situazioni” cfr. ff. 148 e ss.
ud. cit.); il teste ha negato di avere effettuato una successiva dazione per un importo di altri
dieci milioni al dott. Contrada in data 21/12/1992 che risulta annotata nell’agenda
dell’imputato a quella data (“Direzione: dal Direttore- £ 10.000.000 per spese legali-”).
L’imputato, nel tentativo di offrire un fondamento alla tesi difensiva del complotto ai
suoi danni ha tentato di attribuirsi un ruolo decisivo anche nelle indagini finalizzate alla
cattura del noto mafioso, tuttora latitante, Bernardo Provenzano, giungendo persino a
sostenere che, a seguito del suo arresto, le indagini in questione avevano subito una
definitiva interruzione (cfr. ff. 53 e ss. ud. 9/12/1994- f. 80 ud. 23/12/1994- f. 1 e ss. ud.
27/12/1994).
Anche in tale direzione l’imputato ha ricevuto l’avallo di alcuni testi citati dalla
difesa palesemente interessati, per vincoli di amicizia personale all’imputato, a sostenerne le
ragioni (cfr. per tutti deposizione resa sul punto dal teste Roberto Scotto escusso all’udienza
del 12/5/1995 e nuovamente risentito all’udienza del 7/7/1995- cfr.anche deposizione del
teste Efisio Puddu ud. 21/2/1995).
Anche in questo caso, però, la qualificata e disinteressata testimonianza resa dal
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