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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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la promozione a questore del dott. Contrada, si esponeva che il dott. Immordino il<br />

16/9/1944, quale segretario della sezione del P.C.I di Villalba, era rimasto coinvolto nello<br />

scontro verificatosi in tale paese tra un gruppo di comunisti capeggiati dall’on.le Girolamo<br />

Li Causi ed un gruppo di mafiosi capeggiati dal noto mafioso Calogero Vizzini e si<br />

segnalava che lo stesso si era successivamente avvicinato al clan di Calogero Vizzini<br />

entrando a far parte insieme al predetto della società cooperativa agricola reduci di guerra di<br />

Villalba risultando il suo nome inserito al n 11 del verbale di assemblea del 27/8/1950 di<br />

detta società.<br />

I fatti relativi al coinvolgimento del dott. Immordino negli scontri di Villalba del<br />

lontano 1944, epoca in cui il predetto era risultato esponente dell’Associazione Nazionale<br />

Combattenti di Villalba e non segretario del locale Partito Comunista, avevano già costituito<br />

ampio oggetto di accertamento nella relazione redatta in data 25 Febbraio 1977<br />

dall’Ispettore Generale della P.S. De Vito, il quale aveva concluso in termini assolutamente<br />

lusinghieri l’inchiesta sollecitata dallo stesso Immordino nei suoi confronti, evidenziandone<br />

l’assoluta onestà, l’incisività nell’impegno anti-mafia e le elevate doti intellettuali, culturali<br />

non disgiunte da un temperamento forte e dinamico (cfr. relazione cit. acquisita all’ud. del<br />

31/5/1994).<br />

L’ispettore De Vito, nel prendere in esame l’attività di Immordino come Questore di<br />

Trapani, aveva fatto espresso riferimento ad una circostanza che in questo dibattimento è<br />

stata piu’ volte indicata come una manifestazione quasi patologica del carattere<br />

dell’Immordino: avere creato un gruppo di lavoro autonomo rispetto agli organismi<br />

investigativi ufficiali, composto da elementi di sua fiducia, da lui personalmente diretti per<br />

lo svolgimento dell’indagine relativa al sequestro Corleo. Tale comportamento, rivelatosi<br />

alla luce dell’inchiesta assolutamente regolare ed ispirato dall’esigenza di affrettare le<br />

indagini su quel grave fatto delittuoso, aveva suscitato critiche e risentimenti tra i funzionari<br />

della Questura di Trapani ma, come affermato all’odierno processo dal teste Salerno, già in<br />

servizio presso la Questura di Trapani, “ il questore Immordino caratterialmente era una<br />

persona per la quale le cautele nel lavoro di Polizia Giudiziaria non erano mai<br />

abbastanza”; è emerso dalle acquisite risultanze dibattimentali che le ragioni della cautela<br />

adottata anche in quell’occasione dal Questore Immordino non erano infondate, attesocchè il<br />

dirigente della Squadra Mobile di Trapani dell’epoca, dott. Aldo Peri, qualche anno dopo<br />

era stato tratto in arresto, condannato e destituito per aver commesso gravi reati anche nel<br />

periodo in cui il Questore di Trapani era il dott. Immordino; infatti i reati di concussione<br />

continuata, concorso in sfruttamento della prostituzione di cui ai capi a) e b) della sentenza<br />

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