PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

altri modi ed in mille altri luoghi. Ed ancora il mio perdurante collegamento con i
magistrati svizzeri in tema di indagini concernenti il riciclaggio di denaro rafforza ancora
di piu’ il sospetto che si sia inteso in qualche modo lanciare un avvertimento per rendere
meno pronta l’assistenza giudiziaria da parte della Svizzera. Nè mi sembra da trascurare il
fatto che proprio i colleghi svizzeri in quel periodo stavano occupandosi di indagini
soprattutto finanziarie riguardanti notissimi esponenti della mafia siciliana. In quel
procedimento, allora in corso in Svizzera, non tutto è chiaro circa i ruoli di Vito Roberto,
Palazzolo, Salvatore Amendolito e Oliviero Tognoli, nè credo che soprattutto quest’ultimo
non abbia detto la verità sui suoi collegamenti con la mafia siciliana e su inquietanti
vicende riguardanti la sua fuga da Palermo.....in buona sostanza egli ha ammesso di essere
stato avvertito da qualcuno, che non può non essere un uomo delle Istituzioni, ma sul punto
ancora il Tognoli è reticente...Ho già espletato una commissione rogatoria internazionale
ma l’interrogatorio del Tognoli ancora non ci viene trasmesso per l’opposizione del suo
difensore e per il grande timore palesato dal Tognoli a che le sue dichiarazioni vengano in
qualche modo conosciute in Italia” .- cfr. pp.vv. in data 12/7/1989 e 4/12/1990 acquisiti
all’udienza del 6/5/1994 doc. n° 19 prod. P.M.).
Il dott. Giuseppe Ajala, escusso all’udienza dell’1/7/1994, ha dichiarato di avere
partecipato, nella qualità di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Palermo, insieme al collega Giovanni Falcone, all’epoca Giudice Istruttore, alle due
commissioni rogatorie in Svizzera del 3/2/1989 e del 5/5/1989 per interrogare l’imputato
Oliviero Tognoli.
Ha ricordato di essere stato informato dal collega Falcone, che aveva avuto contatti
telefonici con il Procuratore Pubblico svizzero dott.ssa Carla del Ponte, della circostanza
dell’avvenuta costituzione in Svizzera del Tognoli e dell’opportunità di andare ad
interrogarlo in quella sede; la mattina del 3 Febbraio 1989 erano giunti all’aerporto di
Lugano dove erano stati accolti dal Commissario Gioia e dall’ispettore Mazzacchi; giunti
negli ufffici di Polizia ha ricordato che il dott. Falcone si era intrattenuto per un breve
colloquio con il Commissario Gioia mentre lui aveva dialogato con l’ispettore Mazzacchi
dopodichè erano stati accompagnati nell’ufficio della dott.ssa Del Ponte e da lì, dopo poco,
nell’aula dove aveva avuto luogo un interrogatorio del Tognoli da parte della dott.ssa Del
Ponte nell’ambito del procedimento svizzero; il teste ha dichiarato che nel corso dell’atto
istruttorio il dott. Falcone aveva rivolto all’imputato qualche domanda relativa al traffico
illecito nel quale era coinvolto ma nè lui nè la dott.ssa Del Ponte avevano fatto alcuna
domanda in ordine alle circostanze della sua latitanza; ha escluso, con altrettanta precisione
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