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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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frequenza, essendo il principale centro dei propri interessi nel traffico degli stupefacenti,<br />

aveva la disponibilità di due appartamenti (cfr. ff. 72 e ss. trascr. cit.)<br />

Nel 1982 era stato tratto in arresto per associazione a delinquere finalizzata al<br />

traffico di stupefacenti, a seguito di mandato di cattura emesso dalla Procura di Palermo, e<br />

successivamente, sottoposto a processo, era stato assolto sia in I° che in II° grado (il periodo<br />

di carcerazione in relazione a tale procedimento si era protratto fino al Gennaio 1983 - cfr.<br />

ff. 4 e 72 trascr. cit.).<br />

Dopo l'inizio della sua collaborazione, a seguito delle sue confessioni, è stato<br />

sottoposto a giudizio dinanzi al Tribunale di Marsala, in relazione al reato di cui all'art. 416<br />

bis c.p. e per reati concernenti il traffico di stupefacenti, con condanna alla pena di tre anni e<br />

mezzo di reclusione e £2.500.000 di multa (cfr. sentenza di I° grado emessa dal Tribunale di<br />

Marsala in data 21/12/1992 contro Alfano Nicolò + 15 - sentenza emessa nell'ambito del<br />

medesimo procedimento dalla Corte di Appello di Palermo con all.ta certificazione di<br />

Cancelleria in ordine al suo passaggio in giudicato in data 27/3/1995- documenti acquisiti<br />

all'udienza del 22/9/1995 cfr. punto 74 elenco atti utilizzabili). E’ stato, altresì, giudicato dal<br />

Tribunale di Locri per traffico di stupefacenti, con condanna alla pena di tre anni e tre mesi<br />

di reclusione (cfr. ff. 5 e 75 ss. trascr. cit.; tale ultima sentenza, cui ha fatto riferimento il<br />

collaborante non risulta annotata nel certificato del Casellario Giudiziale acquisito all'ud. del<br />

19/4/1994, perchè ancora non passata in giudicato).<br />

Lo Spatola, nel corso della sua deposizione dibattimentale, ha dettagliatamente<br />

riferito dei suoi rapporti di assidua frequentazione con "uomini d'onore" della sua famiglia<br />

di appartenenza ed anche con quelli delle famiglie del territorio di Palermo, città base dei<br />

propri traffici illeciti. In particolare ha parlato degli "uomini d'onore" della sua famiglia, a<br />

lui particolarmente vicini (cfr. ff. 6 e ss. trascr. cit). Tra questi ha, innanzi tutto, indicato<br />

Antonio Messina (detto "Totò"), capo della famiglia di Campobello, esercente la professione<br />

di avvocato, già imputato nel processo per il sequestro Corleo, successivamente assolto in<br />

primo grado e riammesso all'esercizio della professione, suo difensore nel procedimento per<br />

traffico di stupefacenti avviato dalla Procura di Palermo.<br />

In particolare ha riferito del personale coinvolgimento di questi nel traffico degli<br />

stupefacenti (insieme avevano trattato, in Spagna, acquisti di "hashish" proveniente dal<br />

Marocco e, a Milano, acquisti di eroina e cocaina provenienti dalla Sicilia - cfr. f. 8 trascr.<br />

cit.), ed ha dichiarato che, proprio grazie alla mediazione del Messina, gli erano stati<br />

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