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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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sul conto del Calvello aveva affermato che questi “avrebbe avuto non chiari, e comunque<br />

sospetti rapporti con i detti mafiosi, implicati, peraltro in traffici di droga”; all’udienza del<br />

27 Dicembre del 1994 ha sostenuto che con la nota del Marzo 1980 egli aveva segnalato gli<br />

elementi a carico dei fratelli Calvello anche se nei confronti dei predetti non erano emerse<br />

specifiche responsabilità così come, peraltro, tale quale quadro indiziario era rimasto<br />

inalterato il successivo Ottobre quando proprio per questo aveva espresso un parere<br />

favorevole (“ nel fare queste segnalazioni io però ero sempre nel dubbio, forse era un mio<br />

pregiudizio, mi sembrava quasi impossibile, cioè non riuscivo a capacitarmi, a<br />

convincermi, che un soggetto del genere, indubbiamente appartenente ad una famiglia ..una<br />

delle poche famiglie nobili che era rimasta a Palermo, ancora ricca, facesse parte di<br />

un’organizzazione criminale mafiosa di cui facevano parte i Marchese, di cui faceva parte<br />

Gioè e criminali del genere. Non è che ne fossi convinto ma delle volte mi sembrava anche<br />

possibile che questo qua avesse subito l’influenza negativa e che fosse quasi vittima di<br />

questa gente solo perchè era il principe proprietario di quel castello in quella zona” cfr. ff.<br />

44 e ss. ud. cit.).<br />

Gli stessi dubbi di Contrada non aveva nutrito però il cap. Basile, che come si evince<br />

dallo stesso rapporto redatto congiuntamente nel Febbraio del 1981 sugli omicidi Giuliano e<br />

Basile dagli organi di P.G. della Pubblica Sicurezza e dell’Arma dei C.C., era stato il<br />

principale artefice proprio delle indagini a carico di Vanni Calvello Mantegna; ed infatti nel<br />

Luglio del 1979 era stato il cap. Basile, comandante della Compagnia dei Carabinieri di<br />

Monreale, nel quadro delle indagini relative alla scomparsa dei fratelli Sorrentino di<br />

Altofonte, a richiedere alla Procura della <strong>Repubblica</strong> di Palermo l’emissione di<br />

provvedimenti tendenti ad accertare la consistenza patrimoniale e le disponibilità bancarie<br />

dei fratelli Di Carlo, dei fratelli Gioè, di Marchese Antonino e di Vanni Calvello Mantegna<br />

Alessandro, motivando la sua richiesta con il fondato convincimento che tali individui<br />

fossero coinvolti in traffici illeciti ed in particolare in quello della droga (il Di Carlo<br />

Francesco, soggetto pregiudicato era stato di recente arrestato all’aeroporto di Fiumicino -<br />

voli internazionali, con ingente valuta italiana e dollari U.S.A.); lo stesso cap. Basile aveva<br />

riferito alla Procura che a San Nicola L’Arena esisteva un’infrastruttura alberghiera<br />

denominata “Il Castello” dove fondatamente si riteneva che avvenisse lo spaccio di droga e<br />

che apparteneva alla società di fatto costituita da Vanni Calvello Mantegna Alessandro ed i<br />

fratelli Di Carlo ed ancora che, negli anni dal 1976 al 1978, avevano lavorato alle<br />

dipendenze dei fratelli Di Carlo e del Vanni Calvello Mantegna, asseritamente quali<br />

camerieri, ma in realtà quali uomini di fiducia dei titolari della predetta infrastruttura i<br />

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