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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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solo il viaggio Roma-Palermo ritenendo probabile solo la presenza di Sebastiani nel<br />

medesimo volo (Domanda: “ quindi da solo o con Sebastiani?” Risposta: “ Sicuramente<br />

si”); ha escluso di avere effettuato personalmente l’accertamento presso l’istituto scolastico<br />

di Cefalu’ essendosi trattenuto a parlare con il vice-brigadiere Leonetti della Brigata di<br />

Cefalu’ mentre altro soggetto, verosimilmente l’ispettore Buccoliero, eseguiva<br />

l’accertamento presso l’istituto; ha dichiarato di avere telefonato per avvisare il Comandante<br />

della Brigata di Cefalu’ del suo arrivo ed ha sostenuto che il contatto con il vice-brig.<br />

Leonetti era stato del tutto casuale essendo in quel periodo il comandante della Brigata in<br />

licenza per ferie; ha assunto di essersi fermato a parlare con Leonetti solo di problemi<br />

generali di criminalità senza fare alcun riferimento all’oggetto della sua missione; ha<br />

dichiarato che rientrato a Roma aveva riferito l’esito della missione al dott. Di Maggio ed ha<br />

escluso categoricamente di essersi occupato di altri accertamenti su quella vicenda (cfr. ff.<br />

83 e ss. ud. 31/3/1995).<br />

Il teste Francesco Leonetti, escusso all’udienza del 27/6/1995, ha dichiarato di avere<br />

ricevuto la visita del magg. Adinolfi, senza alcun preavviso telefonico, in un periodo in cui<br />

sostituiva il Comandante della Brigata di Cefalu’, m.llo Mazzola che era in licenza; ha<br />

dichiarato che il magg.re Adinolfi, mentre un maresciallo in sua compagnia si era<br />

allontanato per un’ora circa ed un'altra persona lo aveva aspettato in macchina, gli aveva<br />

detto che cercava qualcuno che non era siciliano e gli aveva chiesto se poteva fargli avere<br />

notizie sulla famiglia Tognoli che aveva vissuto a Cefalu’; ha dichiarato che Adinolfi gli<br />

aveva lasciato il proprio numero di telefono, di casa e di ufficio, ed il suo indirizzo, ed<br />

infatti qualche tempo dopo, non ha saputo specificare se personalmente o per posta, gli<br />

aveva consegnato un appunto scritto con le notizie che era riuscito a raccogliere; ha<br />

dichiarato di non essere certo di avere avvisato il proprio comandante di quell’accertamento<br />

ed ha escluso di avere parlato con il magg. Adinolfi di problemi di criminalità in generale<br />

(cfr. ff. 18 e ss. ud. 27/6/1995).<br />

A prescindere dagli evidenti contrasti emersi tra quanto dichiarato all’odierno<br />

dibattimento dai soggetti che per conto dell’Ufficio dell’Alto Commissario, ed all’oscuro<br />

del Prefetto Sica, avevano condotto indagini chiaramente finalizzate a tentare di rinvenire un<br />

collegamento tra il Tognoli ed il Di Paola che potesse scagionare il dott. Contrada dalle<br />

accuse che si erano diffuse a suo carico, deve evidenziarsi che dall’acquisizione di altre<br />

inconfutabili emergenze processuali è risultato che i predetti testi in piu’ punti delle loro<br />

deposizioni hanno mentito.<br />

Dalla relazione di servizio in data 18/9/1989 a firma del ten. Giovanni Castrignanò,<br />

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