PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

Per quanto riguarda, poi, il colloquio Contrada - Gentile osservasi che sul punto
alcuni testi citati dalla Difesa non sono stati in grado di ricordare a distanza di tanti anni
l'esatto contenuto del suddetto colloquio incorrendo perciò spesso in gravi errori mnemonici
sia in ordine alla collocazione cronologica dell'episodio, sia in ordine ai soggetti presenti al
predetto dialogo tra i due, fino al punto che, attesi i contrasti emersi tra le diverse
deposizioni, non è stato possibile ricostruire con esattezza tali particolari; tuttavia in
aderenza alla linea difensiva enunciata dall'imputato, i testi hanno cercato di fornire le
proprie personali interpretazioni in ordine al significato da attribuire all'episodio : giudicato
come un semplice consiglio pratico di natura operativa.
Viceversa sulla serietà e gravità del fatto oggetto delle relazioni Gentile e
Impallomeni deve evidenziarsi che il Questore dell'epoca, cui le stesse erano state dirette, il
dott. Vincenzo Immordino, aveva ritenuto opportuno segnalarlo a sua volta, in un appunto
riservato al Capo della Polizia, l'11 Maggio 1980, data non sospetta in relazione alle vicende
giudiziarie dell'imputato, a conclusione dell'operazione da lui personalmente condotta il
5/5/1980, indicando nel medesimo documento (di cui si tratterà in dettaglio nel prosieguo)
l'urgenza per una serie di circostanze esplicitamente indicate, che si procedesse al
trasferimento in altra sede del dr.Contrada (" L'attuale tranquillità del V.Questore Contrada
potrebbe derivare da un tipo di inattività sostanziale che "tranquillizza" certi settori - tu
non attacchi - noi non attacchiamo"; " in tale quadro di logorio psicologico potrebbe
trovarsi la spiegazione di un fatto, certamente grave e sintomatico, denunziato in una
relazione del Commissario Gentile il quale, la sera prima, aveva eseguito ricerche e
perquisizioni nella casa del latitante Inzerillo Salvatore, boss molto noto, come risulta
dall'allegata relazione e da quella del Dirigente della Mobile che non era stato volutamente
informato di simili rilievi " - cfr. appunto citato acquisito all'udienza del 6/5/1994 -).
Il Collegio ritiene che dall'insieme delle risultanze processuali ed in particolare dalla
deposizione resa dal teste Fileccia è emerso, in modo inequivoco, che il destinatario del
messaggio dell’Inzerillo era stato esclusivamente ed in modo specifico il dott. Contrada che,
in relazione all’incarico ricoperto in quell’epoca, non aveva alcuna responsabilità in ordine
alla predetta operazione di Polizia eseguita dalla Squadra Mobile, già da alcuni mesi diretta
da altro funzionario; che tale messaggio era pervenuto in modo piuttosto celere al suo
destinatario (dalle prime ore dell’alba alla sera dello stesso giorno, e non in dieci minuti
come sostenuto dall’imputato per dedurne l’inverosimiglianza di quanto affermato dal dott.
Gentile - cfr. f. 29 ud. 29/12/1994); ed è certo, sulla base delle risultanze esaminate, che il
dott. Contrada aveva ricevuto il predetto messaggio anche da fonti diverse, che non ha
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