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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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L’episodio del costruttore Gaetano Siragusa, cugino di Mutolo.<br />

Altro episodio riferito da Mutolo è quello che riguarda il cugino, l’imprenditore edile<br />

Gaetano Siracusa, che in occasione di uno dei primi permessi fruiti dal Mutolo a Palermo,<br />

per i funerali della madre, nel 1981, si era rivolto a lui, preoccupato per le continue<br />

telefonate dal contenuto intimidatorio, che lo avevano costretto ad abbandonare il progetto<br />

per la costruzione di un altro palazzo nella via Ammiraglio Cagni, senza ricevere in cambio<br />

alcuna contropartita (“ questo cugino mio, tutto preoccupato, mi dice : sai, Gaspare, io ho<br />

ricevuto delle telefonate, io qua a Pallavicino non posso venire piu’, io dovevo costruire<br />

dice, qua davanti, cioè verso la via Ammiraglio Cagni, piu’ avanti, già avevo fatto il<br />

progetto dice.Pensa che il progetto, lì, che l’ho dato e nemmeno mi hanno dato i soldi quelli<br />

che ho speso per fare il progetto.... sono preoccupato di queste telefonate che ho ricevuto<br />

dicendomi che appena metto piede a Pallavicino verrò ucciso” cfr. ff. 51 e ss. ud.<br />

7/6/1994).<br />

Mutolo ha precisato che, in epoca precedente, nel periodo compreso tra il 1974 ed il<br />

1975, lui stesso e Micalizzi Salvatore avevano costituito una società di fatto con il Siragusa<br />

per la costruzione di un palazzo nella via Ammiraglio Cagni n° 23, ma che nel 1975, a<br />

seguito della denuncia per i fatti relativi all’omicidio dell’agente di P.S. Gaetano Cappiello,<br />

che avevano costretto sia Mutolo che il Micalizzi alla latitanza, si era stabilito di sciogliere<br />

quella società, concordando come contropartita per lui e Micalizzi l'attribuzione di due<br />

appartamenti da parte del Siragusa.<br />

Mutolo ha precisato che fintantocchè quella società era rimasta in vita, il cugino,<br />

essendo sotto la sua diretta “protezione” e cointeressato con lui, non aveva ricevuto alcuna<br />

richiesta estorsiva, ma quando la società era venuta meno e , per di piu’, egli era stato<br />

ristretto in carcere per un lungo periodo, non poteva escludere che le richieste di “pizzo”<br />

potessero essere state rivolte al cugino, non essendo sufficiente quel rapporto di parentela ad<br />

evitare quella inesorabile prassi (cfr. ud. 7/6/1994 ff. 51 e ss. e ud. 12/7/1994 ff. 52 e ss.).<br />

A seguito del colloquio avuto con il Siracusa nel 1981, Mutolo aveva deciso di<br />

rivolgersi al Riccobono per avere chiarimenti su quella situazione, apprendendo dal proprio<br />

capo - famiglia che il cugino aveva “osato” infrangere la legge dell’omertà, denunciando sia<br />

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