PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

appartenenti come lui al gruppo ristretto dei soldati alle dirette dipendenze del capo Stefano
Bontate) a fare visita al Giaconia, presso il carcere di Aversa, con lo scopo di contattare il
medico che lo aveva in cura per ottenere una simulazione di malattia nella sua cartella
clinica (cfr. ff. 9 e ss. trascr. cit.). L’incontro era avvenuto in un periodo in cui Mannoia era
latitante, all’incirca nel 1976, alcuni mesi dopo l’arresto del Giaconia che era avvenuto
all’aeroporto di Napoli (cfr. ff. 54- 100 e ss. trascr. cit) secondo i ricordi non certi sul punto
del collaborante, in tale occasione il Giaconia, andando su tutte le furie, aveva riferito che a
farlo arrestare “era stato il Riccobono avendo passato la notizia a Contrada” (cfr. ff.9 e 10
trascr. ud. cit.).
In sede di domande rivoltegli dal Tribunale il collaborante, approfondendo
l’argomento, ha precisato di potere meglio ricordare le parole pronunciate dal Giaconia in
quella occasione e ciò perchè le circostanze dallo stesso riferite a carico del Riccobono
erano apparse agli “uomini d’onore” che le avevano ascoltate di tale gravità che avevano
deciso di riferirle al proprio capo Stefano Bontate. Ha, così, testualmente riferito quanto
appreso dal Giaconia con riferimento al suo arresto “questo regalo me lo fece
sicuramente...il Rosario Riccobono.. ed il Giaconia manifestava una situazione nei
confronti del Riccobono, innanzitutto diceva che suo padre era un carabiniere, dice iddu
ave troppa confidenza con Contrada, è un confidente di Contrada” (cfr. f. 102 trascr. ud.
cit.). Su precise e reiterate domande rivoltegli dal Tribunale, il Mannoia ha risposto che il
Giaconia in quell’occasione aveva detto esplicitamente che a farlo arrestare era stato il
Riccobono (cfr. ff. 101 e 103); il Tribunale ha posto, quindi, una precisa ulteriore domanda
per sapere se il collegamento tra la delazione del Riccobono riferita dal Giaconia e la
asserita confidenza ricevuta dal dott. Contrada in ordine allo specifico episodio dell’arresto
del Giaconia era frutto di un procedimento logico deduttivo di coloro che avevano ascoltato
le parole testuali del Giaconia ovvero se quest’ultimo aveva detto anche testualmente che la
notizia del suo arresto era stata comunicata al Riccobono dal dott. Contrada; a tale domanda
il collaborante ha risposto nei seguenti termini : ” Giaconia ci fece questo accenno nel senso
che Riccobono, era confidente, era troppo intimo con Contrada, dice è confidente di iddu”
(cfr. f. 103 trascr. ud. cit.).
Quando Mannoia e gli altri uomini d’onore che avevano assistito a quello sfogo del
Giaconia erano andati a riferirlo al capo Stefano Bontate, questi aveva mostrato grande
meraviglia, esclamando “ è un pazzo da catena questo Giaconia “ (cfr. f. 10 trascr. cit.).
Poco tempo dopo la sua scarcerazione, Giaconia era stato eliminato mediante
300