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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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suo allontanamento non era stato casuale aveva dichiarato che prima di fare il nome di quel<br />

soggetto voleva del tempo per riflettere, riservandosi di farne il nome in un momento<br />

successivo; il teste ha dichiarato di essere certo che sia quella domanda del dott. Falcone che<br />

la risposta del Tognoli erano state oggetto di puntuale verbalizzazione, ma ha dichiarato di<br />

non avere mai potuto rileggere quel verbale perchè le Autorità svizzere non lo hanno mai<br />

trasmesso in Italia, stante l’opposizione avanzata dall’imputato ostativa alla trasmissione<br />

all’Autorità Giudiziaria italiana sulla base della legislazione vigente in Svizzera; soltanto la<br />

sera, nel corso della cena, il dott. Ajala aveva appreso dal dott. Falcone e dalla dott.ssa Del<br />

Ponte la rivelazione fatta loro dal Tognoli nella mattinata sul conto del dott. Contrada; ha<br />

ricordato che quella sera si erano recati insieme a cenare lui la dott.ssa Del Ponte ed il dott.<br />

Falcone e che, dopo essersi allontanato per fare una telefonata, era ritornato al tavolo<br />

raggiungendo i colleghi che avevano già iniziato una conversazione avente ad oggetto<br />

l’esplicita ammissione fatta dal Tognoli sul conto del dott. Contrada; ha assunto che i due<br />

magistrati si riferivano a tale circostanza in termini di assoluta certezza e piu’ volte nel<br />

corso della conversazione di quella serata, incentrata quasi esclusivamente sul colloquio che<br />

Tognoli aveva avuto con il dott. Falcone alla presenza della dott.ssa Del Ponte, i due<br />

magistrati avevano fatto riferimento alla domanda rivolta dal dott. Falcone per sapere se<br />

l’informatore del Tognoli fosse stato il dott. Contrada ed alla risposta affermativa resa<br />

dall’imputato; il teste ha dichiarato che nel corso della medesima conversazione sia lui che il<br />

dott. Falcone avevano sollecitato la collega a spendere i propri buoni uffici per cercare di<br />

convincere il Tognoli ad andare oltre quella informale ammissione verbalizzando quella<br />

circostanza di obiettiva gravità; le avevano,poi, comunicato che sarebbero tornati a Lugano<br />

per un’altra commissione rogatoria avente come scopo esclusivo quello di consentire al<br />

Tognoli di sciogliere formalmente la riserva sul nome del suo informatore; il teste Ajala,<br />

presente anche all’interogatorio in sede di rogatoria del Maggio 1989, ha dichiarato che il<br />

dott. Falcone aveva rivolto al Tognoli, preliminarmente, una domanda diretta su chi gli<br />

avesse consentito di sottrarsi al provvedimento restrittivo nell’Aprile del 1984 avvisandolo<br />

tempestivamente; ha ricordato che vi furono momenti di titubanza da parte dell’imputato nel<br />

corso dei quali i magistrati lo avevano piu’ volte richiamato al proprio dovere di dire la<br />

verità, ma alla fine senza che fosse stata rivolta alcuna domanda specifica sul dott. Contrada,<br />

il Tognoli aveva spontaneamente accennato al nome del predetto come quello di uno dei due<br />

funzionari di Polizia palermitani a lui noti, che aveva avuto occasione di conoscere<br />

casualmente presso i locali dell’industria siciliana I.S.O., soffermandosi quindi a parlare di<br />

un altro funzionario suo amico, Cosimo Di Paola, suo ex compagno di scuola che piu’ volte<br />

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