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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Attendibilità intrinseca e verifica dell’attendibilità estrinseca del collaboratore di<br />

giustizia Gaetano Costa.<br />

In merito ai riscontri acquisiti sulle dichiarazioni rese da Gaetano Costa ha riferito<br />

nel presente processo il teste cap. Luigi Bruno, esaminato sul punto nel corso delle udienze<br />

del 19/9/1995 (cfr. ff. 22 e ss.) e 22/9/1995 (cfr. f. 6 e ss.).<br />

Fin dall’inizio della sua collaborazione il Costa ha confessato di avere preso parte,<br />

nella sua qualità di capo della “ndrangheta” di Messina, a numerosi omicidi ed a seguito<br />

delle sue dichiarazioni sono stati avviati alcuni procedimenti penali, nel corso dei quali è<br />

stato possibile verificare la concretezza del suo contributo investigativo in ordine a numerosi<br />

fatti criminali (tra cui circa trentacinque omicidi - cfr. f. 8 ud. 22/9/1995) risalenti ad epoca<br />

antecedente alla sua carcerazione ovvero dallo stesso appresi, mentre si trovava detenuto, da<br />

altri soggetti alcuni dei quali appartenenti alla mafia siciliana.<br />

In particolare le sue dichiarazioni sono confluite nell’ambito del procedimento<br />

penale n° 142/1993, attualmente in corso di celebrazione dinanzi alla Corte di Assise di<br />

Messina a carico di 145 imputati (la posizione del Costa, giudicato per appartenenza ad<br />

associazione di tipo mafioso, è stata stralciata essendosi avvalso del rito abbreviato- cfr. f.<br />

26) e nell’ambito di altro procedimento n°895/1994 a carico di 126 persone (per omicidi e<br />

tentati omicidi), ottanta delle quali raggiunte nel Luglio del 1995 da ordinanza di custodia<br />

cautelare in carcere, attualmente pendente presso l’Autorità Giudiziaria di Messina e nel<br />

quale il Costa, essendosi auto-accusato, risulta indagato; è stato esaminato anche dinanzi<br />

alla Corte di Assise di Palermo, il 27/1/1995, nell’ambito del procedimento relativo<br />

all’omicidio del vice-Questore Boris Giuliano a carico di Leoluca Bagarella che ha indicato<br />

quale esecutore materiale del delitto (cfr. ff. 26 e ss. ud. 19/9/1995 - ff. 6 e ss. ud.<br />

22/9/1995).<br />

Già condannato nel 1972 dalla Corte di Appello di Messina per furto in concorso, e<br />

successivamente giudicato anche per violazione al foglio di via obbligatorio, oltraggio a<br />

P.U., furto, minaccia, spari in luoghi abitati ed altro, era stato tratto in arresto nel 1975 ed il<br />

17/1/1977 era riuscito ad evadere dal carcere; nuovamente ristretto nella casa Circondariale<br />

di Reggio Calabria, nello stesso anno 1977, aveva commesso l’omicidio ai danni di<br />

Antonino Timpani, con il quale vi erano stati pregressi motivi di rancore legati alla relazione<br />

sentimentale con una donna (cfr. f. 22 e ss. ud. 19/9/1995).<br />

E’ stata positivamente accertata la sua codetenzione con Luciano Liggio (a<br />

Fossombrone dal 21/7/1977 al 29/10/1977), con Leoluca Bagarella (a Pianosa nel 1982 fino<br />

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