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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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assumendo anche, erroneamente, che il richiamo del dott. Contrada nei confronti del Gentile<br />

si sarebbe verificato a seguito dell’indicata perquisizione a “Ciaculli”; ha sostenuto che nel<br />

corso di tale perquisizione domiciliare il dott. Gentile aveva avuto un “alterco con una<br />

donna” e, forse, l’aveva anche “spintonata” (“ mi sembra che l’abbia spintonata... entrò<br />

direttamente in tutte le stanze noncurante se ci fosse qualcuno” - cfr. ff.109 e ss. - 128 e ss.<br />

ud. 20/1/1995).<br />

Ha dichiarato di avere assistito al colloquio Contrada-Gentile e, pur ammettendo di<br />

non essere in grado di ricordare le precise parole pronunciate dal dott. Contrada<br />

nell’occasione, ha sostenuto che si era trattato di un consiglio rivolto al dott. Gentile in<br />

ordine al modo di trattare i familiari dei latitanti (cfr. ff. 134 e ss. ud. cit.).<br />

Richiesto di specificare in cosa consistevano i ” metodi poco urbani” adottati dal<br />

dott. Gentile ha risposto: “ tipo che a chi trova davanti spingeva con pistola alla mano, non<br />

dava per esempio.... quando io vado in casa sua , in casa di qualcuno chiedo prima<br />

permesso” - Presidente: “ di qualche latitante?” teste: “ prima io circondo la casa, quindi<br />

non può scappare, poi entro nella stanza e trovo una donna, le consento di vestirsi... (cfr. ff.<br />

109 e 110 ud. cit.).<br />

Su specifica domanda posta dalla difesa tendente ad accertare in cosa si<br />

differenziassero i comportamenti adottati nei confronti dei latitanti e quelli posti in essere<br />

nei riguardi dei loro familiari ha risposto: “ se c’è il latitante dentro ed è di una certa<br />

pericolosità, il comportamento è piu’ energico insomma..poi se vedo una donna che non<br />

c’entra niente non vedo perchè debbo inveire...a meno che non ci intralcia anche il<br />

familiare”.<br />

Ha dichiarato che il dott. Gentile, così come facevano anche altri poliziotti per<br />

precauzione nel corso delle perquisizioni volte alla cattura di latitanti, “teneva l’arma in<br />

mano”, anche se non la puntava contro i familiari, ha asserito che, per quanto riguardava il<br />

proprio modo di comportarsi, era solito entrare con l’arma riposta nella fondina,<br />

affermando:“ quando il latitante siamo certi che c’è il comportamento è diverso ”, ma non<br />

ha saputo in alcun modo replicare all’ovvia contestazione in ordine all’impossibilità di<br />

acquisire tale certezza ancor prima di iniziare la perquisizione (cfr. f. 117 e 118 ud. cit.).<br />

Altri testi della difesa hanno fatto riferimento ad una perquisizione eseguita dal dott.<br />

Gentile nella zona di Ciaculli, presso l’abitazione di Giovannello Greco, ai sensi dell’art. 41<br />

T.U.L.P.S., ricollegandola ad un fermo eseguito nei confronti dei noti mafiosi Giuseppe<br />

Greco detto “Scarpuzzedda” e Giovannello Greco, presenti contestualmente presso gli uffici<br />

della Squadra Mobile (cfr. testimonianze rese sul punto dai testi: Alessandro Guadalupi : ud.<br />

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