PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

anche in tali occasioni le lamentele avanzate dai predetti mafiosi erano del tutto pretestuose.
Resta da esaminare la deposizione resa in ordine all’episodio Gentile dal teste
Corrado Catalano, già sovrintendente della P.S., attualmente in pensione, addetto dal 1970
al 1975 alla Squadra Mobile di Palermo con mansioni di autista e, successivamente, dopo la
frequenza del corso per sottufficiali, addetto alla sezione omicidi ed a quella specializzata
nei reati contro il patrimonio (cfr. ff. 200 e ss. ud. 20/1/1995).
Ha dichiarato di avere partecipato a due, tre, massimo quattro servizi di Polizia, in
occasione di posti di blocco o perquisizioni, unitamente al dott. Gentile e ne ha definito il
metodo di lavoro “ a dir poco pessimo”; richiesto di specificare a cosa intendesse far
riferimento con l’uso di tale attributo ha affermato: “ pessimo, cioè era un bravo ragazzo,
un bambinone secondo me, con tanta voglia di fare, però aveva dei modi sbagliati, irruenti,
provocatori, lo stesso provocava oltraggio, così gratuitamente, senza tener conto di niente,
era molto spregiudicato, ma anche nel linguaggio, io spesso, vista che c’era questa
confidenza, ci davamo del tu quando eravamo da soli che non c’erano altri funzionari, per
via gerarchica cercavo di dirglielo - dottore ma lei si comporta male veramente! - nel senso
che si andava a fare una perquisizione e magari c’erano delle donne, dei bambini che
stavano nella stanza da letto, allora lui sfondava la porta, entrava con le pistole, insomma
... non c’era bisogno che entrasse così quando si poteva ottenere lo stesso risultato..... era
troppo irruento, troppo, si lasciava andare a volte a fare perquisizioni...” - Domanda
difesa: “ ma lei ha mai assistito ad atti di violenza? - risposta del teste: “si, spintoni, cose
così, e poi parolacce” (cfr. ff. 216 - 217- 218- 232 ud. cit.).
Ancora un teste, citato dalla difesa, che dopo avere fornito gravi definizioni tendenti
a screditare il dott. Gentile, posto dinanzi alla specifica richiesta di esporre fatti a sua
conoscenza esemplificativi di comportamenti scorretti posti in essere dal predetto
funzionario durante operazioni di cattura latitanti, non è apparso in alcun modo convincente,
riferendo solo qualche “spintone” e, al piu’, nel caso specifico del teste Catalano qualche
“parolaccia”.
Il teste ha proseguito la propria deposizione dibattimentale, sostenendo di essere
stato destinatario di uno sfogo da parte del dott. Gentile, il quale, mentre si trovavano da soli
all’interno di un’autovettura di servizio nell’atrio della Squadra Mobile, intorno agli anni
‘80, gli avrebbe chiesto di accompagnarlo all’Ufficio Anagrafe per eseguire un
accertamento, palesando un insolito stato depressivo; alla richiesta del motivo di quel
cattivo umore il dott. Gentile gli avrebbe confidato di essere stato costretto a redigere una
relazione dal contenuto falso a carico del dott. Contrada, in merito ad una perquisizione
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