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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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quattro, cinque mesi dopo) era stato tratto in arresto (nel Maggio 1976) per avere commesso<br />

una rapina ai danni di una ditta di carne, nei pressi di Partanna-Mondello, in concorso con<br />

Mutolo Gaspare, ed era rimasto detenuto per circa due anni nel carcere dell'Ucciardone di<br />

Palermo da dove era stato successivamente trasferito nel carcere di Campobasso (cfr. ff. 10<br />

e 11 - 51 e ss. - 86 trascr. cit).<br />

Durante la sua detenzione al carcere dell'Ucciardone aveva frequentato molti<br />

"uomini d'onore" ed in particolare : Buscetta Tommaso, Gerlando Alberti, Francesco Scrima<br />

e Zaccheroni Giuseppe, tutti " uomini d'onore" della sua famiglia nonchè Contorno<br />

Salvatore della famiglia mafiosa della "Guadagna", ricompresa nel mandamento di cui era<br />

capo all'epoca il noto Stefano Bontate. Ha dichiarato che, giunto in quel carcere, era stato<br />

assegnato alla nona sezione ma dopo poco, a causa di un piccolo problema di salute e per<br />

l'intercessione di Gerlando Alberti, era riuscito ad essere trasferito in infermeria, da dove,<br />

nonostante fosse poi guarito, non era stato piu’ dimesso fino al suo trasferimento a<br />

Campobasso per l'interessamento di Buscetta Tommaso che pur essendo un semplice<br />

"soldato" della famiglia di "Porta Nuova" era tuttavia un personaggio che godeva di enorme<br />

prestigio personale e che all'epoca dominava incontrastato all'interno dell'Ucciardone<br />

("perchè Buscetta, a quell'epoca, comandava lui all'infermeria, aveva quasi tutte le guardie<br />

carcerarie nelle sue mani, ci faceva fare quello che voleva" cfr. ff. 12 e 13 trascr. cit.).<br />

Nel corso della sua deposizione il collaborante ha descritto il rapporto di particolare<br />

fiducia che lo legava al suo capo-mandamento " Pippo" Calò che, oltre a conferirgli, nel<br />

1983, la carica di capo-decina, lo utilizzava sempre per incarichi di particolare segretezza<br />

quale quello di accompagnarlo alle riunioni della "Commssione" cui lo stesso partecipava (a<br />

tal proposito ha ricordato, a mero titolo esemplificativo, che una volta, nel Maggio-Giugno<br />

dell'anno 1983, aveva accompagnato il Calò ad una di queste riunioni a San Giuseppe Jato,<br />

cui erano presenti, tra gli altri, Brusca Bernardo, Riina Salvatore, Michele Greco, Francesco<br />

Intile, "Nenè" Geraci, il vecchio Francesco Madonia, Motisi Matteo, "Pippo" Gambino e<br />

Ganci Raffaele; ovviamente ha precisato di non avere partecipato alla riunione, che si era<br />

svolta solo tra i predetti capi-mandamento e di non essere stato neppure messo al corrente<br />

dell'oggetto della discussione; aveva soltanto constatato che il piu’ grave fatto di sangue<br />

verificatosi, da un punto di vista cronologico, dopo tale riunione era stata la strage in cui<br />

aveva perso la vita il giudice Rocco Chinnici (cfr. ff 14 - 15 e 16 trascr. cit.).<br />

Ha spiegato i motivi che, dopo una lunga militanza all'interno di “Cosa Nostra”, lo<br />

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