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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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ad avvisare, dice, u ziu Totuccio, e ci dici, fici sapiri u dottor Contrada che hanno<br />

individuato la località dov’è che praticamente lui stava, dice, nelle mattinate dovrebbero<br />

fare qualche diciamo perquisizione”).<br />

<strong>La</strong> villa dove il Riina si rifugiava in quel periodo, sita in zona Borgo Molara, sulla<br />

salita di Villagrazia di Palermo, era nota al Marchese, che ne ha fornito una dettagliata<br />

descrizione; appena giunto sul luogo, comunicata la notizia al Riina questi senza alcuna<br />

esitazione aveva adottato l’immediata decisione di trasferirsi in altro sito, la casa di S.<br />

Giuseppe Jato di pertinenza dei Brusca, in uso a Totò <strong>La</strong>zio.<br />

Da tali dichiarazioni emergono i seguenti dati:<br />

1) la notizia fatta avere dal dott. Contrada era finalizzata ad agevolare proprio il<br />

latitante Riina Salvatore e consisteva nell’individuazione da parte delle Forze di<br />

Polizia della località in cui questi si rifugiava;<br />

2) la notizia era stata comunicata per il tramite dei Greco a Marchese Filippo che aveva<br />

affidato il delicato incarico di avvisare il Riina proprio al nipote, ritenuto<br />

particolarmente affidabile, il quale era già a conoscenza della villa dove il predetto<br />

capo mafioso trascorreva la propria latitanza;<br />

3) il Marchese aveva avuto modo di verificare personalmente che il Riina quando aveva<br />

appreso la notizia, non aveva mostrato alcuna reazione di sorpresa, nè aveva posto<br />

alcuna domanda a chiarimento, il che è sintomatico della piena consapevolezza da<br />

parte del Riina del ruolo svolto dall’imputato per conto di “Cosa Nostra” e della<br />

piena affidabilità delle sue informazioni;<br />

4) è stato, ulteriormente, dimostrato che la divulgazione all’interno di “Cosa Nostra”<br />

del ruolo svolto dall’ imputato aveva tratto spunto da una specifica occasione che ne<br />

aveva resa necessaria la diffusione: Marchese Filippo, come dichiarato dallo stesso<br />

collaborante, aveva l’esigenza di fornire al nipote la fonte di quella notizia in modo<br />

che il Riina ne avrebbe potuto intendere il grado di affidabilità: infatti era stato<br />

sufficiente per il predetto apprendere il nome del dott. Contrada per decidere di<br />

trasferirsi dalla villa di Borgo Molara, sia pure temporaneamente, in un luogo piu’<br />

sicuro presso l’abitazione dei Brusca, altra famiglia a lui particolarmente fedele<br />

nell’ambito dello schieramento mafioso.<br />

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