PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

Campobello in epoca antecedente agli anni ‘80, ed inoltre particolarmente vicino alla sua
famiglia di sangue, tanto che lui stesso aveva tentato di intercedere in suo favore al fine di
evitargli la condanna a morte decisa da “Cosa Nostra” (cfr. ff. 30 e ss. ud. 26/5/1994). L'Ala
Natale era zio dei fratelli Pino e Andrea Ala, esponenti di vertice della "famiglia"
campobellese, uccisi in due attentati di chiara matrice mafiosa (il primo il 22/8/1982 ed il
secondo il successivo 13 Settembre- cfr. f. 48 sent. cit.).
In particolare Ala Giuseppe detto "Pino", indicato dallo Spatola nell'odierno
procedimento come soggetto già a capo della famiglia di Campobello, è stato
concordemente indicato, nelle sentenze citate, come persona che, effettivamente, era
subentrata a Margiotta Salvatore a capo della famiglia di Campobello (cfr. ff. 33 e 53 sent.
cit.).
Tutti i soggetti indicati dallo Spatola nell'odierno procedimento come appartenenti
alla consorteria mafiosa " Cosa Nostra", come già L'Ala Natale e Ala "Pino", sono stati già
ritenuti tali nelle sentenze in oggetto.
Tra tutti, spicca la figura di Messina Antonio, indicato dallo Spatola come uno dei
suoi principali referenti, condannato in primo grado alla pena di anni sette di reclusione e £
50.000.000 di multa, perchè ritenuto responsabile di reati in materia di traffico di
stupefacenti con l'aggravante di far parte di associazione per delinquere (in grado di appello
la sua posizione è stata stralciata in quanto, essendo stato tratto in arresto in Svizzera, dopo
un lungo periodo di latitanza, non risultava ancora estradato- cfr- ff. 234 e ss e 263 sent. di
I° grado e f. 11 sent. di II° grado).
Nella sentenza emessa dal Tribunale di Marsala il Messina viene indicato come uno
dei soggetti piu’ rappresentativi in seno all'aggregato delinquenziale-mafioso trapanese: " il
suo impegno versatile e costante nel campo del narcotraffico locale ed internazionale, la
capacità organizzativa e direzionale connessa anche all'elevato grado di istruzione, nonchè
la quantità e qualità dello stupefacente gestito dal medesimo in un segmento di mercato
dove operano trafficanti ed affiliati di accreditatissima esperienza” hanno indotto a
considerarlo persona di enorme allarme sociale ed a valutarne, in termini di crescente
prestigio, la posizione di associato mafioso (cfr. f. 235 sent. cit).
Anche in quel procedimento il Messina è risultato sovente la fonte diretta delle
notizie riferite dallo Spatola, su cui riponeva piena ed incondizionata fiducia.
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