PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

mettere a verbale l’essenziale di ciò che sapeva sul conto del dott. Contrada, cercando di
sminuirne il significato proprio per evitare ulteriori approfondimenti su quel tipo di rapporti
tra mafia ed uomini delle istituzioni che riteneva estremamente pericoloso affrontare in quel
momento storico.
Ciononostante già allora aveva rivelato di avere appreso l’intimo rapporto esistente
tra Contrada e Rosario Riccobono, in virtu’ del quale questi aveva potuto chiedergli di
rimanere nel proprio territorio con l’assicurazione di un’adeguata copertura, per consentirgli
di darsi alla latitanza e riprendere il suo posto attivo all’interno di “Cosa Nostra”. Aveva
riferito che anche Bontate era a conoscenza del particolare rapporto di amicizia esistente tra
Contrada e Riccobono, che era tanto intimo da far appellare lo stesso Riccobono come
“sbirro” (cfr. p.v. delle dichiarazioni rese da Buscetta Tommaso in data 18/9/1984-
acquisito all’ud. del 25/5/1994) .
Nessuna sostanziale contraddizione, quindi, appare sussistere rispetto alle
dichiarazioni rese all’odierno dibattimento che di quelle piu’ risalenti nel tempo
costituiscono ampliamento ed integrazione.
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