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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Lungo il tragitto il Marchese, su disposizione del Riina, gli aveva fatto da "staffetta"<br />

andando avanti con la propria macchina (una FIAT 500 che guidava pur non avendo<br />

patente) mentre il Riina lo aveva seguito a bordo di una autovettura “Mercedes” insieme alla<br />

sua famiglia (cfr. ff. 117 ud. cit.); giunti sul posto si erano recati nella villa di campagna dei<br />

Brusca in S. Giuseppe Jato, normalmente affidata per la manutenzione, per le coltivazioni e<br />

la cura degli animali al predetto Totò <strong>La</strong>zio.<br />

Il collaborante ha spiegato che in quel periodo, subito dopo l'arresto del fratello e<br />

prima di quello del Bagarella, anche la sua famiglia, attesa la necessità di allontanarsi da<br />

Palermo, aveva avuto a disposizione una villetta a San Giuseppe Jato, poco sopra quella dei<br />

Brusca con i quali vi era stata una assidua frequentazione; ha fornito quindi una dettagliata<br />

descrizione della villa dei Brusca e del percorso per raggiungerla (cfr. ff. 26, 27 e 28 trascr.<br />

cit.). Ha riferito di non essere a conoscenza se dopo il trasferimento del Riina da quella villa<br />

vi fossero state eseguite perquisizioni da parte delle Forze di Polizia; ha, però, specificato<br />

che dopo tale episodio il Riina era tornato ad alloggiarvi e che solo successivamente, poco<br />

prima dell'inizio della " guerra di mafia" degli anni "80 (che si colloca cronologicamente<br />

all'epoca del già citato omicidio di Bontate Stefano, avvenuto nell'Aprile del 1981), il Riina<br />

si era trasferito definitivamente a San Giuseppe Jato (cfr. f. 69 esame P.M. e ff. da 75 a 90 e<br />

118 in sede di controesame).<br />

Su specifica domanda volta ad accertare se all'epoca dell'episodio narrato egli<br />

conoscesse il dott. Contrada, ha riferito che in quel periodo non sapeva neppure chi fosse,<br />

non avendone mai sentito parlare, ed ha fornito una spiegazione del perchè, a suo giudizio,<br />

lo zio Filippo nel riferirgli quelle informazioni per il Riina aveva avvertito la necessità di<br />

comunicargli il nome della fonte delle informazioni: attesa la " potenza" di Totò Riina<br />

bisognava fornirgli una spiegazione convincente per indurlo a lasciare il proprio rifugio (cfr.<br />

ff. 42 - 43 ed in sede di controesame ff. 53- 57- 59 - 66 trascr. cit.). Solo successivamente, in<br />

occasione di altre notizie fatte avere da Contrada allo zio Marchese Filippo, sempre per il<br />

tramite dei Greco (Michele e Salvatore, con i quali, a detta del collaborante il Contrada<br />

manteneva i contatti), ha riferito di avere appreso chi era il dott. Contrada e le funzioni dallo<br />

stesso svolte (cfr. ff. 31- 34- 43 - 94 - 115 - 119 trascr. cit).<br />

Ha, altresì, assunto di avere appreso dal cognato Bagarella che Greco detto " il<br />

senatore" era un personaggio che aveva contatti con molte persone influenti ed era iscritto<br />

alla Massoneria (cfr. f. 40 trascr. cit.).<br />

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