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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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era ritornato; la prima volta in cui era entrato in quegli uffici non vi aveva trovato il dott.<br />

Montalbano, mentre la seconda volta, quando era ritornato ed aveva trovato Montalbano e<br />

Santini insieme, aveva invitato il dott. Santini ad uscire dalla stanza all’evidente fine di<br />

avere un colloquio riservato con il Montalbano.<br />

Tale deposizione resa da un teste che lo stesso imputato aveva indicato come un<br />

soggetto a lui vicino, tanto che ha sostenuto di essere salito negli uffici del Commissariato,<br />

pur avendo già appreso dal piantone che il dott. Purpi non c’era, proprio per salutarlo, dà<br />

una versione dei fatti che da un lato smentisce la dichiarazione dell’imputato sul punto e<br />

dall'altro conferma quanto riferito dal dott. Montalbano.<br />

Ma la versione data dall'imputato è contraddetta soprattutto da altra emergenza di<br />

natura documentale, proveniente dall’imputato medesimo : ed infatti dall’annotazione della<br />

sua agenda in data 2 Novembre 1988 è possibile constatare che egli aveva annotato la sua<br />

visita presso il Distretto di Polizia di via Libertà con specifica indicazione dei nomi sia del<br />

dott. Santini che del dott. Montalbano (“ Distretto Polizia ore 12 via Libertà- segue parola<br />

illeggibile- dott. Santini e dott. Montalbano”)<br />

Ancora una volta l’imputato ha mentito, non si era recato casualmente presso il<br />

Distretto di Polizia di via Libertà e sapeva perfettamente che in quel Commissariato di P.S.<br />

era addetto il dott. Montalbano; pertanto quella mattina egli era andato in quegli uffici<br />

proprio per parlare con il dott. Montalbano: non avendolo trovato una prima volta era<br />

ritornato e quando aveva avuto la possibilità di parlargli aveva subito richiesto di farlo<br />

riservatamente.<br />

<strong>La</strong> riservatezza pretesa da Contrada non poteva, quindi, che derivare dall'argomento<br />

che egli intendeva trattare: come affermato dal teste Montalbano, e contrariamente a quanto<br />

l’imputato ha tentato di sostenere, egli sapeva bene che il dott. Montalbano era stato l’autore<br />

di quel rapporto e gli aveva richiesto i motivi dell’assegnazione a lui di quell’incarico; il<br />

dott. Montalbano si era decisamente opposto alla cancellazione del nome del dott. Contrada<br />

da quel rapporto in relazione alla sua appartenenza al Santo Sepolcro che risultava dal<br />

memoriale Insalaco; il colloquio del dott. Contrada con il dott. Montalbano, lungi<br />

dall’essere casuale, era quindi strettamente collegato a tale vicenda. Inoltre il parallelo fatto<br />

dal dott. Contrada tra le prospettive di carriera professionale del dott. Ninni Cassarà e quelle<br />

del dott. Montalbano non appare comprensibile nè opportuno sia perchè Montalbano in quel<br />

momento era stato distaccato dalla Squadra Mobile per un procedimento penale pendente a<br />

suo carico, sia per la tragica fine toccata al dott. Cassarà. <strong>La</strong> decisa negazione da parte<br />

dell’imputato sia delle circostanze non casuali in cui quel colloquio si era verificato che<br />

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