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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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ichiesto di specificare cosa intendesse dire nel riferire che “ Falcone era pressochè certo che<br />

la talpa fosse Contrada” ha risposto: “ Insomma è un termine discorsivo, nella mia<br />

percezione e dal contesto del discorso emergeva chiaramente la sua certezza...questo è<br />

assolutamente pacifico”; ha aggiunto che su quell’argomento “si tornò parecchie volte<br />

perchè, per esempio, appresi nell’ambiente dell’ufficio dell’Alto Commissario che era stata<br />

aperta, non dall’ufficio, ma che era in corso un approfondimento investigativo all’esito del<br />

quale era emerso che l’identikit poteva attagliarsi perfettamente ad altro ex poliziotto”<br />

specificando però di non avere mai avuto contezza degli approfondimenti informativi<br />

avviati nell’ambito dell’ufficio e che “era stato Antonino De Luca a dirgli che<br />

quell’identikit si attagliava o poteva attagliarsi perfettamente ad un ex poliziotto che era<br />

stato in servizio a Palermo, che aveva frequentato con Tognoli la scuola media superiore,<br />

mi pare a Cefalu’, che aveva prestato servizio in Veneto, che aveva frequentato casa<br />

Tognoli, che non era piu’ in Polizia perchè aveva vinto il concorso al T.A.R. e da ultimo, mi<br />

pare avesse aggiunto, ma non in quella circostanza, da ultimo mi pare avere appreso anche<br />

la circostanza che lavorerebbe in atto con Tognoli come responsabile di marketing<br />

internazionale”; richiesto di specificare da quale atto fosse emerso l’identikit sulla base del<br />

quale erano state avviate le indagini, ha sostenuto di avere capito che era stato il dott.<br />

Falcone ad avere identificato il dott. Contrada nell’identikit tratteggiato da Tognoli in sede<br />

di interrogatorio; ha affermato di non sapere che Misiani avesse contestato al dott. Falcone il<br />

contenuto di un verbale reso dal Tognoli ed anzi ha precisato di non avere mai saputo che<br />

qualcuno avesse letto dei verbali relativi a quella vicenda; è stato fatto presente al teste che<br />

il dott. Misiani aveva dichiarato di essersi procurato il verbale dell’interrogatorio di Tognoli<br />

e di avere letto le dichiarazioni di Tognoli al dott. Falcone, contestandogli le relative<br />

circostanze in sua presenza (Presidente: “Misiani ha detto che lei era presente”) ma il teste<br />

ha negato decisamente la circostanza (“ Lo escludo assolutamente perchè io non ho mai<br />

visto i verbali...io non ho mai visto quel verbale e non ho mai trattato con Misiani della<br />

vicenda al di fuori dell’unica occasione in cui erano simultaneamente presenti nell’ufficio<br />

io, Sica, Falcone e Misiani”).<br />

Anche la testimonianza resa dal dott. Francesco Di Maggio palesa una assai vaga<br />

conoscenza di quanto era realmente accaduto in Svizzera e presenta molti punti di contrasto<br />

con le dichiarazioni rese sia dal dott. Misiani che dal dott. De Luca e dal Magg. Adinolfi: il<br />

dott. Di Maggio ha dichiarato di avere avuto un’unica occasione di colloquio con il dott.<br />

Falcone nel corso del quale non soltanto non era stata data lettura di nessun atto processuale,<br />

ma addirittura non si era neppure fatto cenno ad una distinzione tra circostanze oggetto di<br />

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