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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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ss.ud. 4/11/1994).<br />

Ha sostenuto che era stato lo stesso Questore Nicolicchia ad informarlo delle<br />

gravissime accuse calunniose contenute a suo carico nelle relazioni citate anche se lo stesso<br />

Questore si sarebbe, poi, rifiutato di fargli prendere visione dei documenti; solo nel 1984,<br />

quando ormai la questione non rivestiva per lui piu’ alcun interesse, essendo ormai fuori dai<br />

ruoli della Polizia, aveva avuto occasione di leggere il contenuto delle relazioni redatte nei<br />

suoi confronti, quando il dott. Vincenzo Immordino le aveva trasmesse al Prefetto De<br />

Francesco unitamente ad altra documentazione in relazione ad un’intervista che egli aveva<br />

rilasciato alla stampa e che il dott. Immordino aveva ritenuto gravemente offensiva nei suoi<br />

confronti (“ anche il Ministero dell’Interno poi, non gli ha dato nessuna importanza perchè<br />

tanto è vero che hanno scritto, aspettiamo l’esito dell’inchiesta: si vede che una volta<br />

esaminato l’esito dell’inchiesta dell’ispettore Zecca, non hanno ritenuto di dare piu’ nessun<br />

segno, anche perchè poi al Dipartimento della Polizia di Stato sapevano che io stavo<br />

andando via e, quindi, ogni altra cosa sarebbe stata inutile...e così si perse per strada, così<br />

morì...” cfr. ff. 47 e ss. ud. 4/11/1994).<br />

Sul punto in oggetto devono esaminarsi, per completezza espositiva, altre<br />

deposizioni di testi citati dalla difesa che hanno tentato di accreditare la tesi difensiva<br />

dell’imputato.<br />

Il dott. Ignazio D’Antone, esaminato in ordine all’episodio Gentile all’udienza del<br />

14/7/1995, pur dichiarando di non avere personalmente assistito al colloquio intervenuto tra<br />

il predetto funzionario ed il dott. Contrada, ha affermato di “sapere tutto sull’accaduto” per<br />

essere stato l’argomento oggetto di discussioni successive negli "ambienti" della Questura;<br />

ha riferito di avere appreso che le lamentele dell’Inzerillo nei confronti del dott. Gentile,<br />

funzionario che ha definito “attivo” nel settore della cattura latitanti ma “molto impulsivo”,<br />

avevano ad oggetto la circostanza che il funzionario in questione arrivava spesso nelle ore<br />

notturne ed entrava con una certa “irruenza”, anche in camera da letto.<br />

Come si è già evidenziato, sulla base delle testimonianze dei testi Fileccia e<br />

Vasquez, che confermano sul punto quanto contenuto nella relazione Gentile, le lamentele<br />

del mafioso Inzerillo avevano ad oggetto l’asserito uso improprio delle armi mentre non<br />

contenevano nessun riferimento a comportamenti pregiudizievoli nei riguardi della<br />

“rispettabilità” della moglie del latitante posti in essere da determinati agenti operanti.<br />

Il teste ha, poi, conclusivamente espresso una propria opinione secondo cui il dott.<br />

Contrada avrebbe consigliato al dott. Gentile di eseguire le perquisizioni in maniera rituale,<br />

soprattutto “ evitando di far pensare che si disturbassero le donne” (cfr. ff. 103 e ss. ud.<br />

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