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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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distante da quest'ultimo perchè costui sarebbe stato presto assassinato (" ...se lo debbono<br />

prendere, lo prendono dove si trova...- cfr. f. 139 sent. Tribunale di Marsala e dep. Canale<br />

ff. 13 e ss. e 62 ud. cit). Il teste Canale ha specificato che le preoccupazioni del Curatolo<br />

erano principalmente rivolte verso il bambino, che aveva avuto dalla predetta “Sara”, che<br />

Rosario Spatola aveva l’abitudine di prendere in braccio ogni qual volta andava a trovare la<br />

moglie che lavorava nel bar della cugina Sara; dal tenore delle telefonate intercettate si era<br />

capito che l’attentato programmato ai danni dello Spatola sarebbe stato eseguito proprio<br />

all’interno di quel bar dove lo Spatola era solito recarsi nel periodo in cui aveva ottenuto la<br />

scarcerazione dopo la concessione degli arresti domiciliari da parte dell’A.G. di Marsala;<br />

per tale motivo il 6 Dicembre del 1989 lo Spatola era stato repentinamente trasferito a Roma<br />

per essere sottoposto alla protezione dell’Alto Commissario per la lotta contro la criminalità<br />

mafiosa .<br />

E’ stato acquisito al fascicolo del dibattimento il messaggio che il M.llo Canale in<br />

data 5/12/1989 aveva inviato all’Ufficio dell’Alto Commissario per la Lotta alla mafia a<br />

Roma, segnalando gli elementi emersi sull’attentato alla vita di Spatola, al fine di sollecitare<br />

un opportuno intervento del predetto organismo di protezione a tutela del collaborante (cfr.<br />

documentazione estratta dal fascicolo relativo al collaborante Spatola, esistente presso il<br />

S.I.S.D.E., a seguito dello scioglimento dell’Ufficio dell’Alto Commissario - acquisita<br />

all’udienza del 19/10/1995).<br />

Tali emergenze processuali oltre a riscontrare quanto detto dallo Spatola sul conto<br />

del Curatolo valgono anche ad acclarare il patito attentato alla sua vita e le circostanze del<br />

suo trasferimento a Roma per essere definitivamente sottoposto alla protezione dell’Alto<br />

Commissario; anche l'episodio premonitore dell'attentato riferito dallo Spatola (episodio<br />

citato ascritto al Patti Antonio, indicato nella sentenza del Tribunale di Marsala come<br />

"sanguinario killer della mafia marsalese") è stato oggetto di positiva verifica da parte dei<br />

giudici del procedimento citato (cfr. ff 139 e ss. sent. Tribunale di Marsala). Altra conferma<br />

lo Spatola ha già avuto nel predetto procedimento, con riferimento alle dichiarazioni sui<br />

fratelli Caro da Campobello, indicati quali "uomini d'onore" e massoni appartenenti alla<br />

loggia "Grande Oriente d' Italia" (cfr. riscontri alle dichiarazioni rese da Spatola in quel<br />

procedimento ff. 135 e ss. sent. Tribunale di Marsala). In particolare è emerso che Federico<br />

Caro (cl. 1930) è stato residente nella via Cappuccini n° 229 di Palermo, ove è emigrato da<br />

Campobello nell'anno 1960, è risultato genero di Margiotta Salvatore, "rappresentante" della<br />

"famiglia" campobellese negli anni ‘50, del quale ha parlato ampiamente il Luppino nel già<br />

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