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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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LA PERSONA DI DANIELE: AUTENTICITÀ, CANONICITÀ DEL SUO LIBRO E RISPOSTE ALLE OBIEZIONI<br />

come realizzatesi in quell’epoca di distretta.<br />

«Il libro di Daniele non può essere redatto all’epoca maccabaica e aggiunto al canone<br />

verso l’anno 100 d.C., perché l’epoca maccabaica presuppone già il contenuto del libro (1<br />

Maccabei 2:59-61; Giuseppe, Antichità, XI,8,4,5) e nessuna rive<strong>la</strong>zione profetica si manifesta<br />

in quell’epoca (I Maccabei 9:27). Daniele è posto nel canone ebraico fra gli “Scritti” e non fra<br />

i “Profeti”. Ciò si spiega per il fatto che Daniele aveva le funzioni, ma non <strong>la</strong> posizione di un<br />

profeta. Non aveva come predicatore <strong>la</strong> funzione di richiamare il popolo al pentimento, come<br />

Geremia ed Ezechiele, ma come funzionario del re separato dal popolo» (J. Heinz, p. 19).<br />

Obiezione 19 - Il nome del libro di Daniele è omesso nell’Ecclesiastico 44:1-50:12.<br />

RISPOSTA. All’epoca in cui il Siracide scrive il suo libro, <strong>la</strong> mancata menzione di Daniele<br />

non ha nul<strong>la</strong> di sconvolgente e non prova che il libro omonimo non facesse parte del canone<br />

dell’Antico Testamento, quando si ricorda che il nome di Esdra, una figura così importante<br />

nel<strong>la</strong> tradizione post-esilica, non è menzionato. Si dovrebbe concludere che neppure Esdra<br />

fosse una figura storica abbastanza ben conosciuta? L’Ecclesiastico non menziona d’altronde<br />

nessuno dei giudici, tranne Samuele; passa sotto silenzio dei nomi così distinti come Asa e<br />

Giosafat. La lista dei nomi famosi menzionati dal Siracide è lungi dall’essere esaustiva pure<br />

per l’autore, e ciò è evidente, poiché egli cerca di apportarvi qualche correzione al<strong>la</strong> fine,<br />

aggiungendo in un modo disordinato i nomi di Giuseppe, Sem, Seth e Adamo secondo<br />

l’ordine inverso. Nel testamento di Mattatia (1 Maccabei 2:51-60) c’è un elogio per i padri<br />

che menziona nei nomi di Abrahamo, Giuseppe, Finea, Giosué, Caleb, Davide, Elia, Anania,<br />

Azaria, Misael e Daniele. L’omissione del nome di Daniele nel<strong>la</strong> lista del Siracide non è più<br />

stupefacente dell’omissione del nome di Mosè in questa. La so<strong>la</strong> conclusione accettabile nei<br />

due casi è che né <strong>la</strong> prima, né <strong>la</strong> seconda di queste liste si pretendono esaustive. Per contro, <strong>la</strong><br />

menzione di Daniele e dei suoi tre compagni nel testamento di Mattatia dimostra che Daniele<br />

era visto come un personaggio storico, e che il suo prestigio datava da una passato lontano.<br />

Nessun dubbio è possibile: i nomi di Daniele e dei suoi compagni non sarebbero menzionati<br />

da un sacerdote del<strong>la</strong> qualità di Mattatia, se <strong>la</strong> loro esistenza si appoggiasse su leggende<br />

recenti.<br />

Obiezione 20 - La lingua aramaica di Daniele è del Il secolo.<br />

Una citazione come esempio. S.R. Driver sembra che abbia aperto il dibattito nel 1897,<br />

con queste parole: «Il verdetto del linguaggio di Daniele è chiaro l’ebraico tollera e<br />

l’aramaico autorizza una data posteriore al<strong>la</strong> conquista del<strong>la</strong> Palestina ad opera di Alessandro<br />

il Grande (332 a.C.)» (DRIVER Samuel-Rolles, An Introduction ..., 9 a ed., Edimburg 1913, p.<br />

476; The Aramaic of Daniel, in JBL - Journal of the Biblical Literature, n. 45, 1926, pp. 110-<br />

119,323-325; vedere W. BAUGARTNER, Das Aramaische im Buche Danici, in ZAW, n. 45, 1927,<br />

pp. 81-133; J.A. MONTGOMERY, The Book of Daniel, in ICC, Edimburg 1927, pp. 15-20; R.H.<br />

CHARLES, A Critical and Exegetical Commentary on the Book of Daniel, Oxford 1929, pp.<br />

LXXVI-CVII). Pensiero naturalmente condiviso da altri (vedere obiezione n. 2).<br />

RISPOSTA. L’aramaico era <strong>la</strong> lingua degli antichi aramei che per <strong>la</strong> prima volta vennero<br />

menzionati nei testi cuneiformi del XII secolo a.C. La lingua di questa popo<strong>la</strong>zione con il<br />

tempo sostituì le lingue dei popoli del Vicino e Medio Oriente <strong>diventa</strong>ndo così, dall’VIII<br />

secolo, <strong>la</strong> lingua internazionale.<br />

L’Encyclopedia Judaica di Gerusalemme, del 971, vol. III, p. 260, voce aramaic di E.Y.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

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