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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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ULTIMATUM<br />

una sua nuova identità, che sia rispettosa del<strong>la</strong> sua libertà e del<strong>la</strong> sua nuova volontà di<br />

erigersi a protagonista del<strong>la</strong> sua <strong>storia</strong>. Lo sviluppo tecnico di<strong>la</strong>ta i confini del sapere<br />

e le comunicazioni annul<strong>la</strong>no le distanze che separano i Paesi ma allontanano gli<br />

uomini tra di loro.<br />

Ogni nuovo successo dell’uomo è considerato una sconfitta di Dio! Dal punto di<br />

vista scientifico esiste <strong>la</strong> volontà di trovare una forma atta a spiegare il mondo nel suo<br />

insieme e l’evoluzione interpreta tale ruolo. Questa teoria costituisce il coagulo di<br />

varie tendenze e s’impone per il suo fascino. Essa pensa di dare un significato al<br />

<strong>la</strong>voro dei naturalisti, prima ridotti a semplici strumenti di c<strong>la</strong>ssificazione del mondo<br />

vivente. È servita a giustificare l’imperialismo occidentale con <strong>la</strong> sua spinta coloniale<br />

e il modo di porsi di fronte alle razze di colore, facendo del bianco l’apogeo del<strong>la</strong><br />

sca<strong>la</strong> evolutiva del<strong>la</strong> specie. 35<br />

Questa teoria, dopo oltre un secolo, è ancora oggi a livello di ipotesi e sembra che<br />

non abbia delle valide fondamenta scientifiche. Ma questo pensiero ha talmente<br />

influenzato le menti degli insegnanti che lo si presenta nelle scuole come dogma, un<br />

dato di fatto. 36<br />

Oggi «per tentare di dissimu<strong>la</strong>re il fallimento del<strong>la</strong> nostra civiltà materialistica, i<br />

sostenitori del<strong>la</strong> scienza ufficiale proc<strong>la</strong>mano più forte il dogma che da tempo è <strong>la</strong><br />

loro risorsa vitale, in mancanza di meglio». 37 Ciononostante «l’evoluzione è una<br />

specie di dogma al quale i sacerdoti 38 non credono più ma che mantengono per il<br />

popolo. Bisogna avere il coraggio di dirlo perché gli uomini del<strong>la</strong> generazione futura<br />

orientino le loro ricerche in altro modo». 39<br />

35 FANTONI Vittorio, Brevi note sul problema dell’evoluzione, Malcesine 1977, ciclosti<strong>la</strong>to. SISMONDI Giuseppe e<br />

FONDI Roberto, Dopo Darwin, critica all’evoluzionismo, ed. Rusconi, Mi<strong>la</strong>no 1980.<br />

36 Se <strong>la</strong> maggioranza dei paleontologi continua ad affermare che l’evoluzione è un fatto, è molto probabilmente<br />

perché, immersi fin dal<strong>la</strong> loro giovane età e durante tutti i loro studi in un ambiente in cui l’evoluzione è ammessa<br />

come dogma indiscusso, essi arrivano a non pensare più per un solo istante di mettere da parte questa teoria. Il<br />

professore L. Bounoure stesso ha denunciato questo comportamento quando racconta che, come studente di biologia,<br />

era naturalmente evoluzionista perché i suoi maestri lo erano, e a lui non veniva l’idea per nessuna cosa al mondo di<br />

poter essere diverso. Mostra bene come dovette lottare contro l’imprigionamento del<strong>la</strong> teoria quando, <strong>diventa</strong>to<br />

professore di biologia all’università, si accorse che i fatti si opponevano al<strong>la</strong> teoria, portandolo, per onestà<br />

intellettuale, a combattere <strong>la</strong> teoria che aveva da tempo accettato ed insegnato come una realtà evidente. BOUNOURE L.,<br />

Recherche d’une doctrine de <strong>la</strong> vie, Paris 1964; vedere FLORI J. - RASOLOFOMASOANDRO H., Evolution ou creation?,<br />

Dammarie Les-Lys 1973, p. 101. ROSTAND Jean, biologo di fama mondiale, pur essendo evoluzionista riconosce: «Si<br />

vede male come degli incidenti indipendenti gli uni dagli altri avrebbero potuto concatenarsi per dare nascita a degli<br />

organi complessi come l’occhio, il cervello, l’orecchio. Le mutazioni che conosciamo offrono quasi tutte un carattere<br />

limitativo, distruttivo, sottrattivo. Pure quelle che si possono considerare come aggiuntive non apportano nel<strong>la</strong> specie<br />

qualcosa di assolutamente nuovo e sufficientemente rivoluzionario per essere veramente evolutivo», L’homme, Paris<br />

1952, p. 126. «Certi biologi sostengono che gli esperimenti di <strong>la</strong>boratorio sono troppo brevi per essere significativi,<br />

ma non si vede quale potrebbe essere qui l’apporto del<strong>la</strong> durata: se l’effetto ereditario è nullo, come l’esperienza<br />

indica, resterà ugualmente nullo per qualunque numero lo si moltiplichi» Idem, p. 102. GUYÉNOT Émil, egli stesso<br />

evoluzionista, riconosce: «L’ipotesi del<strong>la</strong> generazione spontanea del<strong>la</strong> vita, se essa ci appare <strong>la</strong> so<strong>la</strong> razionale, solleva<br />

molti problemi e non si basa su alcun dato positivo... Dell’origine del<strong>la</strong> vita, noi non sappiamo assolutamente niente»<br />

L’origine des espèces, ed. PUF, Paris 1966, p. 19.<br />

37 SERVIER Jean, L’uomo e l’invisibile, ed. Bor<strong>la</strong>, Torino 1967; Rusconi, Mi<strong>la</strong>no 1973, p. 26.<br />

38 Termine religioso per indicare gli scienziati che sostengono come verità di fede l’evoluzione.<br />

39 LEMOINE, Encyclopédie Française, 1938; cit. da CARLES Jules, Le Transformisme, Paris 1970, p. 86.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 655

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