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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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«L’esercito gli fu dato in mano con il sacrificio perpetuo a motivo del<strong>la</strong><br />

ribellione».<br />

Questo versetto presenta delle difficoltà perché il testo ebraico è un po’ oscuro. Due<br />

spiegazioni.<br />

La prima. Alcuni hanno pensato che l’esercito del cielo, il popolo di Dio, a causa del<strong>la</strong><br />

propria infedeltà all’evangelo, sia stato afferrato, dominato, perseguitato dal piccolo corno e<br />

quindi punito perché si è ribel<strong>la</strong>to al Signore. L’opera del piccolo corno è stata possibile a<br />

causa del<strong>la</strong> ribellione, dell’apostasia dall’evangelo da parte del popolo di Dio. É l’abbandono<br />

del puro evangelo che ha esposto il popolo di Dio al<strong>la</strong> sofferenza. Se <strong>la</strong> Chiesa dei primi<br />

secoli fosse rimasta fedele al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>ta avrebbe potuto emarginare l’azione del<br />

Pontefice Massimo impedendogli di spadroneggiare ponendosi a sedere «nel tempio di Dio»<br />

che è <strong>la</strong> Chiesa.<br />

Ma nul<strong>la</strong> in tutto il testo di Daniele, e anche nel capitolo precedente, <strong>la</strong>scia<br />

intravedere che le sofferenze dei credenti siano <strong>la</strong> conseguenza, <strong>la</strong> punizione del loro<br />

peccato.<br />

La seconda. La traduzione del Bernini 174 : «Una milizia fu incaricata del sacrificio<br />

perpetuo sacrilego». A.M. Rodriguez spiega: «Ciò che il testo sembra voglia dire è<br />

che, dal momento che il piccolo corno si è impossessato del “perpetuo”, ha<br />

immediatamente posto un esercito per dominarlo ed amministrarlo. Una traduzione<br />

p<strong>la</strong>usibile: “Un esercito sarà posto sul perpetuo in un atto di ribellione”». 175 Il piccolo<br />

corno, dopo aver tolto al<strong>la</strong> vista dei credenti il Cristo nel<strong>la</strong> sua opera sacerdotale, il<br />

“perpetuo”, sostituisce al suo ministero un nuovo culto, con nuovi riti e sacrifici e un<br />

“esercito” di persone ecclesiastiche (preti, monaci e suore) che gli contrappongono<br />

un’“armata” di mediatori e mediatrici, santi e protettrici. Il Pontifex Maximus crea<br />

questo nuovo culto e nel nome di Cristo, ma esso è sacrilego, crea <strong>la</strong> ribellione, è<br />

apostata.<br />

Il testo sembra voler dire che l’opera compiuta contro il ministero sacerdotale di<br />

Cristo Gesù: <strong>la</strong> “vera” adorazione dei credenti, l’insegnamento del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio, il<br />

santuario celeste, e contro l’esercito del cielo esprime lo spirito di ribellione di questo<br />

corno, <strong>la</strong> cui anima è quel<strong>la</strong> dell’Avversario, dice l’apostolo Paolo. La paro<strong>la</strong><br />

«ribellione» in ebraico peshac è una delle espressioni più forti che l’Antico<br />

Testamento utilizza per indicare il peccato, cioè un attacco contro <strong>la</strong> sovranità di Dio.<br />

«Chi commette un peshac non si ribel<strong>la</strong> e non si eleva semplicemente contro Yahvé;<br />

rompe con lui, s’impadronisce di ciò che gli appartiene, lo deruba e lo imbroglia». 176<br />

6. Getta a terra <strong>la</strong> «verità»<br />

174 BERNINI Giuseppe, Daniele, ed. Paoline, 1977, p. 236. L’abate J. Fabre d’Envieu traduce: «E un esercito sarà<br />

posto presso al (sacrificio) perpetuo per il crimine» e commenta: «Il veggente può avere davanti a lui lo spettacolo del<br />

culto pagano introdotto nel luogo santo. Poiché l’empio non si accontenta di distruggere il sacerdozio del tempio e<br />

togliere a Dio il sacrificio perpetuo. Stabilì un altro corpo di sacerdoti; di modo che una “zebae” pagana rimpiazzò<br />

l’esercito del cielo e fece offrire dei sacrifici impuri» o.c., t. II, p. 804.<br />

175 A.M. Rodriguez, o.c., p. 45.<br />

176<br />

KNIERM R., Pechac Verbrechen, in Theologisches Handwörterbuch zum Alten Testament, vol. 2, Munich 1976,<br />

col. 493; cit. Idem.

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