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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XIX<br />

Osserva C. Gross: “La donna, dice Giovanni “è seduta sul<strong>la</strong> bestia” come un<br />

cavaliere sul<strong>la</strong> montatura che essa conduce secondo <strong>la</strong> sua volontà. Non è ciò che il<br />

papato ha fatto nel corso dei secoli, imponendo <strong>la</strong> propria autorità ai principi e ai re,<br />

che incoronava e pure decoronava qualche volta? A questo riguardo citerò un solo<br />

esempio, tra molti altri, quello dell’incoronamento di Enrico V, imperatore di<br />

Germania (il figlio pellegrino a Canossa). Ecco in qualche paro<strong>la</strong>, il bravo e ingenuo<br />

abate Fleury, autore di una monumentale Histoire de l’Eglise, ci fa una re<strong>la</strong>zione su<br />

quell’incoronamento: “Nostro signore, il papa, condusse Enrico V al<strong>la</strong> Chiesa, il<br />

sacro imperatore e sua moglie imperatrice. Ma, nostro Signore, il papa, seduto sul<strong>la</strong><br />

sedia pontificale, teneva <strong>la</strong> corona imperiale tra i suoi piedi e l’imperatore e<br />

l’imperatrice abbassarono <strong>la</strong> testa, ricevettero <strong>la</strong> corona dai piedi di nostro Signore il<br />

papa. Ma, nostro Signore il papa improvvisamente colpì con il suo piede <strong>la</strong> corona<br />

dell’imperatore e <strong>la</strong> gettò a terra, allo scopo di dimostrare ch’egli aveva il potere di<br />

deporlo dall’impero se non si fosse mostrato degno. Ma i cardinali presero <strong>la</strong> corona e<br />

<strong>la</strong> posero sul<strong>la</strong> testa dell’imperatore”. 86 Giovanni dice anche che questa donna “è<br />

seduta sulle grandi acque” delle quali l’angelo ci dice che è il simbolo “dei popoli,<br />

Pio XII inviava all’immondo Oswald Pohl <strong>la</strong> benedizione apostolica come garanzia del<strong>la</strong> più alta conso<strong>la</strong>zione<br />

celeste.<br />

“Pohl è stato condannato a morte al processo di Norimberga, ma fino ad ora <strong>la</strong> “giustizia” non ha applicato <strong>la</strong><br />

sentenza. Pohl, che ha ricevuto <strong>la</strong> più alta benedizione di Pio XII, è l’uomo che ha ordinato <strong>la</strong> soppressione di milioni<br />

di Ebrei, in Polonia, e altri che sono stati assassinati nei campi di morte dei nazisti... È l’uomo che porta <strong>la</strong><br />

responsabilità dei crimini più atroci. È su suo ordine che i campi di concentramento sono stati dotati di camere a gas<br />

(Parallèles, 19 aprile 1951)” vedere E. Paris, o.c., pp. 312,313.<br />

I1 nazismo ha potuto realizzare i suoi crimini e raggiungere il suo fine perché <strong>la</strong> sua organizzazione era come<br />

quel<strong>la</strong> gesuita. “L’organizzazione delle SS era stata costituita da Himmler secondo i principi dell’Ordine dei Gesuiti.<br />

Le regole di servizio e gli esercizi spirituali prescritti da Ignazio di Loyo<strong>la</strong> costituivano un modello che Himmler cercò<br />

con cura di copiare. Una obbedienza assoluta era <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> suprema; qualunque ordine doveva essere eseguito senza<br />

discussione. Il “Reichsführer SS” - titolo di Himmler come capo supremo delle SS - doveva corrispondere al<br />

“Generale” dell’Ordine dei Gesuiti e tutte le strutture del<strong>la</strong> direzione erano ricalcate sull’ordine gerarchico del<strong>la</strong><br />

Chiesa cattolica” SCHELLENBERG Walter, Le Chef du contre-spionnage nazi parle, Paris 1957, pp. 23,24.<br />

“Mi ha detto Hitler: “Ho soprattutto appreso dall’Ordine dei Gesuiti... Fino a ora non c’è nul<strong>la</strong> di più grandioso<br />

sul<strong>la</strong> terra che l’organizzazione gerarchica del<strong>la</strong> Chiesa cattolica. Io ho trasportato direttamente una buona parte di<br />

questa organizzazione nel mio partito... La Chiesa cattolica deve essere citata ad esempio...” RAUSCHNING Herman<br />

(vecchio capo nazionalsocialista del Governo di Dantzig), Hitler m’a dit, Paris 1939, pp. 266,267,273. Vedere E.<br />

Paris, L’Europe...., p. 279.<br />

Riportiamo un altro brano dell’avvocato E. Paris: “Quanto ai fuggiaschi, fecero ricorso al<strong>la</strong> Commissione<br />

Pontificia di Assistenza, creata apposta per salvare i criminali di guerra. Questa istituzione di carità li nascose nei<br />

conventi, principalmente in Austria e in Italia. I loro capi furono muniti di passaporti falsi che permisero loro di<br />

trasferirsi in paesi “amici” dove poterono gioire in pace del frutto delle loro rapine. Così fu per Anté Pavelitch, <strong>la</strong> cui<br />

presenza in Argentina è stata rive<strong>la</strong>ta nel 1957, a causa di un attentato nel corso del quale fu ferito. In seguito, il<br />

regime dittatoriale si sciolse a Buenos Aires. Come l’ex presidente stesso, Peron, il protetto dovette <strong>la</strong>sciare<br />

l’Argentina. Dal Paraguay, dove si era trasferito prima, raggiunse <strong>la</strong> Spagna, ed è all’ospedale tedesco di Madrid che<br />

muore, il 28 dicembre 1959. Paris Press, 12.12.1959 indica l’ultimo asilo offerto al terrorista con questa breve, ma<br />

significativa frase: “Finisce in un convento francescano di Madrid”. È da là in effetti che Pavelitch fu trasferito<br />

all’ospedale dove pagava il suo debito al<strong>la</strong> natura e non al<strong>la</strong> giustizia, beffata da queste “complicità potenti” che è<br />

facile identificare” E. Paris, Histoire..., pp. 248,249.<br />

Sebbene Giovanni Paolo II in occasione del<strong>la</strong> sua visita in Germania, 21-23 giugno 1996, abbia detto: “Anche se<br />

molti sacerdoti e molti <strong>la</strong>ici, come gli storici nel frattempo hanno dimostrato, si opposero a quel regime (nazista, nda)<br />

di terrore, e anche se attivarono molte forme di opposizione nel<strong>la</strong> stessa vita quotidiana, ciò fu tuttavia troppo poco”.<br />

Il debito del Vaticano con <strong>la</strong> <strong>storia</strong> è ancora alto.<br />

86<br />

FLEURY - abate - Histoire de l’Eglise, vol. XIV, p. 150; cit. da GROSS Charles, Les Avatars de <strong>la</strong> Bête - son image<br />

et sa marque, Metz 1989, pp. 62,63.<br />

774<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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