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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 18<br />

pontefice. Ciò fu valutato nel dicembre del 1958 come scisma da Giovanni XXIII. Paolo VI,<br />

da parte sua, cercò di ristabilire i contatti con Pechino. Il 10 luglio 1970, Mons. Walsh,<br />

detenuto dal 1959 dalle autorità comuniste, fu liberato dal<strong>la</strong> Cina, primo segno percettibile di<br />

distensione. Questa liberazione avvenne qualche mese prima del viaggio di Paolo VI in Asia,<br />

viaggio effettuato nello stesso anno. A Hong-Kong, Paolo VI poté anche leggere un discorso<br />

radiofonico senza che venisse disturbato dal<strong>la</strong> Cina comunista.<br />

In occasione del suo viaggio in Asia nel 1981, Giovanni Paolo II, in un discorso al<strong>la</strong><br />

comunità cinese di Mani<strong>la</strong>, espresse il suo desiderio di visitare <strong>la</strong> Cina e di incontrare i<br />

cattolici di quel paese. Ma l’assenza di diplomatici cinesi alle cerimonie organizzate in suo<br />

onore mostra <strong>la</strong> difficoltà di realizzare un tale progetto, <strong>la</strong> Cina comunista esigerebbe, prima di<br />

ogni ripresa di dialogo, <strong>la</strong> rottura delle re<strong>la</strong>zioni diplomatiche del<strong>la</strong> Santa Sede con Taiwan. In<br />

ogni caso durante tutto quel viaggio asiatico, <strong>la</strong> ripresa dei contatti con <strong>la</strong> Cina continentale<br />

dimorava nel<strong>la</strong> prospettiva. Il Vaticano attribuisce molta importanza al<strong>la</strong> normalizzazione<br />

delle sue re<strong>la</strong>zioni diplomatiche con il paese più popoloso del<strong>la</strong> terra. Qualunque siano gli<br />

ostacoli che sussisteranno, non c’è dubbio che dei cambiamenti importanti sono da prevedersi<br />

a breve o lungo termine, Roma e Pechino manifestano ognuno <strong>la</strong> propria volontà di pervenire<br />

ad un “modus vivendi”.<br />

Una delle impazienze del Vaticano a rinnovare il contatto con <strong>la</strong> Cina, il più potente paese<br />

del Terzo Mondo, è dato dal fatto che essa esercita una influenza considerevole sui paesi in via<br />

di sviluppo. Ora, le re<strong>la</strong>zioni con il Terzo Mondo costituiscono una delle preoccupazioni<br />

maggiori del Vaticano, come ne testimoniano i viaggi di Paolo VI e Giovanni Paolo II in<br />

Asia, in Africa ed in America <strong>la</strong>tina, continenti in rapida espansione demografica.<br />

Il papato è in effetti cosciente che, come ha dichiarato padre Pedro ARUPA, generale dei<br />

Gesuiti, «l’avvenire del<strong>la</strong> Chiesa è afro-asiatico» (cit. da Alfred LABHART, Chine-<br />

Herausforderung für die Kirchen, in Wetwoche Magasine, 25/4/1973).<br />

Cina, Israele e Russia sono gli appuntamenti che il Papa desidera avere con <strong>la</strong> <strong>storia</strong>.<br />

Intanto visita i Pesi dell’Est: Ungheria, Cechia, ancora <strong>la</strong> Polonia, l’ex Jugos<strong>la</strong>via e Cuba.<br />

Cause dell’ascesa papale<br />

Così, <strong>la</strong> politica d’apertura del papato a tutto campo a 360 gradi, di cui pensiamo di aver<br />

colto alcuni momenti più significativi e le grandi linee praticate a livello politico e religioso<br />

conferma <strong>la</strong> doppia natura del papato che gli ha permesso di al<strong>la</strong>cciare dei contatti con le<br />

principali “famiglie” religiose, politiche ed ideologiche del mondo e con <strong>la</strong> maggioranza dei<br />

paesi del globo, facendo in qualche modo del Vaticano il centro geografico dei differenti punti<br />

di vista del<strong>la</strong> comunità umana.<br />

Moribondo al<strong>la</strong> fine del XVIII e durante il XIX secolo, compie una risalita spettaco<strong>la</strong>re nel<br />

XX secolo. Il papato ha dunque visto al<strong>la</strong>rgarsi considerevolmente <strong>la</strong> sua audience, in questi<br />

ultimi anni, grazie al<strong>la</strong> sua politica di apertura universale. La sua influenza negli affari del<br />

mondo si è accresciuta in modo tale che si può dire, senza esagerazione, oggi ancora più di<br />

ieri, «nessun avvenimento politico può essere valutato nel<strong>la</strong> sua giusta dimensione, all’epoca<br />

attuale, se non si conosce <strong>la</strong> parte che vi ha svolto il Vaticano» (GUY Emery SHIPLER, cit.<br />

Edmond PARIS, Le Vatican contre l’Europe, Librerie Fischbacher, Paris 1959, p. 362).<br />

1248<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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