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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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anzi lo colpisce e lo frantuma. La contraffazione di questo Regno-pietra, che vuole<br />

essere un potere in questo mondo, viene presentata nel<strong>la</strong> statua come <strong>la</strong> molle argil<strong>la</strong><br />

del vasaio, <strong>la</strong> Chiesa corrotta e che corrompe.<br />

Nel pensiero babilonese e dell’antichità <strong>la</strong> montagna era il simbolo dell’abitazione<br />

degli dèi 152 e <strong>la</strong> pietra che si stacca da essa raffigurava un regno di origine celeste.<br />

152 Il capitolo 2 è l’introduzione a tutta <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione del libro e <strong>la</strong> sezione del<strong>la</strong> parte escatologica: 2:45, <strong>la</strong> “pietra” e<br />

<strong>la</strong> “montagna” possono essere considerate i boccioli di cui il resto del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione è <strong>la</strong> fioritura.<br />

Generalmente i commentatori hanno detto che <strong>la</strong> pietra raffigura <strong>la</strong> venuta del Messia nel<strong>la</strong> sua potenza e <strong>la</strong><br />

montagna è il simbolo del suo regno ristabilito. Studi più recenti hanno permesso di approfondire meglio il loro significato.<br />

Da un secolo JASTROW Morris, Religion of Babylonia and Assyria, ed. Athenium Press, Boston 1898, p. 614,<br />

faceva notare: «L’edificio sacro (il tempio) di Babilonia era inteso come dovendo essere una imitazione del<strong>la</strong><br />

montagna... (Questa era l’) idea del tempio babilonico. Conformemente al<strong>la</strong> nazione babilonica... <strong>la</strong> terra è<br />

rappresentata come una vasta montagna». «Jensen ha visto che i babilonesi vedevano <strong>la</strong> terra come una immensa<br />

montagna. Infatti <strong>la</strong> terra era chiamata E-kur, “Casa Montagna”. Successivamente essi però incominciarono a<br />

identificare una partico<strong>la</strong>re parte del<strong>la</strong> terra, di preferenza una cima del<strong>la</strong> montagna, come essendo l’abitazione del<strong>la</strong><br />

divinità, così che i templi che venivano costruiti successivamente erano conosciuti come “case montagne”. La parte<br />

alta del tempio, che costituiva il luogo dell’abitazione del<strong>la</strong> divinità, simboleggiava <strong>la</strong> montagna che era stata <strong>la</strong> sua<br />

precedente casa originale» FARBRIDGE Maurice, Studies in Biblical and Semitic Symbolism, Ktav Publishing House,<br />

Inc., New York 1970, pp. 180,181. Del resto «tutte le grandi civiltà hanno conservato il fondamentale simbolismo di<br />

orientazione e l’immagine dell’insieme del cosmo nei loro templi. L’immagine del cosmo-montagna è rappresentata<br />

quasi dappertutto: il Monte Meru in India e un simile simbolismo lo troviamo in Mesopotamia, in Palestina ed in altre<br />

parti. La mesopotamica ziggurat è il più famoso esempio di tempio che raffiguri il cosmo montagna... I templi erano<br />

considerati allora come una replica di quel<strong>la</strong> montagna centrale del cosmo che genera e preserva l’universo» New<br />

Catholic Encyclopedie, vol. XIII, “Temples”, Mc Graw - Hill Book Company, New York 1967, p. 997.<br />

Queste dichiarazioni ci fanno comprendere come per gli antichi orientali <strong>la</strong> “montagna” ed il “tempio”<br />

insegnassero <strong>la</strong> stessa verità - il regno dei cieli.<br />

Se si considera che «il passo centrale del libro di Daniele è il testo di 8:14, esso contiene <strong>la</strong> chiave del libro:<br />

“Allora il santuario sarà purificato (rivendicato)” e per i commentatori <strong>la</strong> rivendicazione è riconosciuta come il<br />

principale tema di Daniele - (perfino il nome del profeta significa: “Dio è il mio rivendicatore (difensore)”). - Tutto<br />

quel che precede e segue 8:14 contribuisce al<strong>la</strong> sua spiegazione.- Così Daniele 2:44,45 e 8:14 sono molto strettamente<br />

in re<strong>la</strong>zione tra di loro più di quanto è stato capito finora. Il simbolismo del santuario è identificato con lo stabilimento<br />

del regno eterno simboleggiato dal<strong>la</strong> montagna» FORD Desmond, Daniel, (in lettere ebraiche), Nasville, Tennessee<br />

1978, p. 85.<br />

A queste considerazioni dobbiamo aggiungere che in Oriente era ampiamente conosciuta <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione “pietra di<br />

fondamento (ango<strong>la</strong>re)” - “tempio” - “montagna”.<br />

<strong>Quando</strong> Gesù identificava <strong>la</strong> sua persona con <strong>la</strong> pietra ango<strong>la</strong>re (Matteo 21:42), attribuiva a sé una precisa concezione<br />

del tempo e del suo popolo. «Questo concetto di una pietra animata (vivente) ed in espansione era molto conosciuta<br />

nel vicino Oriente. Deriva dal fatto che gli antichi guardavano al mondo come ad un corpo vivente, e si riferivano<br />

al suo centro come all’ombelico. L’ombelico era considerato come il punto dal quale il nutrimento era distribuito<br />

sull’intera terra e <strong>la</strong> prima parte del<strong>la</strong> terra ad essere creata. Naturalmente ogni comunità contendente localizzava<br />

l’ombelico nel suo proprio centro di adorazione» FAWCETT Thomas, Hebrew Myth and Christian Gospel, SCM Press<br />

Ltd, London 1973, pp. 238,170. «La pietra ombelico è da prendere in considerazione con attenzione in questo studio<br />

perché era partico<strong>la</strong>rmente considerata - e in modo speciale dagli Ebrei - come <strong>la</strong> pietra di fondazione del<strong>la</strong> comunità<br />

tempio... Questa roccia... non è solo il fondamento del tempio, ma come l’ombelico (centro) del<strong>la</strong> terra è il fondamento<br />

dell’intero mondo» LLOYD Gaston, No Stone on Another, ed. Leiden, J. Brill, 1970, p. 225. «È per questo che essi (gli<br />

Ebrei) par<strong>la</strong>vano dell’affiorare del<strong>la</strong> roccia nel Santo dei Santi» VAUX Ro<strong>la</strong>nd de, Ancien Israël, Mc Graw Hill Book<br />

Company, New York 1965, pp. 318,319. Inoltre «questa stessa idea dell’ombelico non solo è in re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> pietra<br />

di fondamento, ma anche rial<strong>la</strong>ccia se stessa al<strong>la</strong> sacra montagna» R.J. McKELVEY, The New Temple, Oxford<br />

University Press, 1969, p. 203.<br />

Daniele 2 potrebbe presentare <strong>la</strong> pietra ombelicale che nutrendo <strong>la</strong> terra <strong>diventa</strong> un grande monte vivente, il<br />

tempio del<strong>la</strong> dimora di Dio e dei suoi adoratori.<br />

Da queste considerazioni abbiamo un’ulteriore riprova del parallelismo del capitolo 2 con quelli che seguono: <strong>la</strong><br />

pietra e <strong>la</strong> montagna sono posti a fondamento del santuario del capitolo 8, nel quale il capitolo 7 presenta il Figlio<br />

dell’uomo che compie l’opera di giudizio, cosa che comporta <strong>la</strong> purificazione del santuario stesso.<br />

Gli Ebrei erano familiari con <strong>la</strong> paronomasia (figura retorica per <strong>la</strong> quale si accostano due parole di suono simile o<br />

uguale) e ponevano in corre<strong>la</strong>zione le parole: pietra (eben), figlio (ben), figli (benin) e costruire (banah). BLACK

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