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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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«Per il profeta ebreo, <strong>la</strong> montagna riveste un senso ancora più specifico. Significa<br />

Sion o Gerusalemme 153 ed evoca <strong>la</strong> residenza celeste, poiché <strong>la</strong> montagna di Sion, o<br />

Gerusalemme, è anche vista nel cielo. 154 Il linguaggio del Salmo XLVIII:3 lo <strong>la</strong>scia<br />

intendere nel<strong>la</strong> misura in cui <strong>la</strong> montagna di Sion è situata all’estremità del Nord -<br />

lett. estremità el Zafon -, espressione tecnica che designa <strong>la</strong> dimora celeste di Dio 155 .<br />

Inoltre <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> aramaica tur utilizzata qui per montagna è l’equivalente del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

ebraica sur che significa “roccia”. <strong>Quando</strong> si conosce l’importanza di quest’ultima<br />

paro<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> Bibbia per caratterizzare il Dio d’Israele, si realizza subito <strong>la</strong> ricchezza di<br />

questa evocazione. La pietra scaturisce dal<strong>la</strong> roccia (montagna) ed è per conseguenza<br />

di origine divina e partecipa al<strong>la</strong> sua essenza. Queste due parole “roccia” (sur) e<br />

“pietra” (eben) sono sinonime per rappresentare l’Eterno. 156 Questo regno (<strong>la</strong> pietra<br />

che <strong>diventa</strong> un grande monte e riempie tutta <strong>la</strong> terra) è essenzialmente diverso perché<br />

scaturisce dal<strong>la</strong> montagna e <strong>la</strong> pietra <strong>diventa</strong> ciò che era all’origine, cioè “montagna”.<br />

Questa coincidenza tra l’origine e il risultato di questo regno sottolinea una volta di<br />

più <strong>la</strong> sua origine celeste». 157<br />

I primi interpreti cristiani Tertulliano, 158 Ippolito di Roma, 159 come pure gli esegeti<br />

ebrei, 160 avevano considerato <strong>la</strong> pietra simbolica che doveva polverizzare <strong>la</strong> statua<br />

come l’elemento del<strong>la</strong> <strong>profezia</strong> non ancora compiuto e che si riferiva al regno futuro e<br />

glorioso del Messia. Numerosi sono gli autori cattolici e protestanti che seguono<br />

questa spiegazione.<br />

Matthew dice: «La eben-ben (pietra-figlio) è una paro<strong>la</strong> che piace ed è tra le antiche e meglio conosciute nel Vecchio<br />

Testamento» The Christological use of the Old Testament in the New Testament, in New Testament Studies, vol.<br />

XVIII, 1971-1972, p. 12; es. Giosuè 4:6-8,20,21; 1 Re 18:31; Isaia 54:11-13; Lamentazioni 4:1,2.<br />

Il dr. Philip CARRINGTON osserva che «già in Daniele <strong>la</strong> Pietra nasconde <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> Figlio»; essa è un criptogramma<br />

per Israele, e corrisponde al “Figlio dell’uomo” del capitolo 7. M. BLACK fornisce parecchi esempi provenienti dalle<br />

fonti rabbiniche di questa riconosciuta re<strong>la</strong>zione tra “pietra” e “figlio” e conclude il suo articolo affermando che: «La<br />

cristologica Pietra testimonia <strong>la</strong> presupposizione che una esegetica tradizione in Israele interpretava Daniele 2:44,45,<br />

come il Figlio, il Figlio dell’uomo di 7:13, il quale può già essere stato interpretato messianicamente nel precristianesimo-giudaico,<br />

<strong>diventa</strong>ndo poi il Figlio di Dio cristologico del Nuovo Testamento» D. Ford, o.c., p. 14.<br />

Daniele 2 nel suo simbolico quadro annuncia il Regno di Dio e viene completato dal<strong>la</strong> visione messianica del<br />

capitolo 7 <strong>la</strong> quale presenta l’investitura del Re nel Figlio dell’uomo. Il Regno di Dio tempio si realizza prima nel<strong>la</strong><br />

persona di Cristo Gesù, quale vero nuovo tempio (Giovanni 2:19; Marco 14:58), poi nel<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> Chiesa<br />

(Matteo 16:18; 1 Corinzi 3:16; 6:19; Efesi 2:21; 2 Tessalonicesi 2:4), per essere successivamente una realtà nei cieli<br />

(Ebrei 8,9; Apocalisse 11:19; 15:8) e per trovare il suo definitivo compimento nel<strong>la</strong> Nuova Gerusalemme (Apocalisse<br />

21:3,22) dove il tempio sarà sostituito dal<strong>la</strong> persona stessa di Cristo Gesù che manifesterà <strong>la</strong> shekinah essendo lui<br />

stesso il Signore, il vero tempio, e dagli adoratori nei quali Dio «sarà tutto in tutti» 1 Corinzi 15:28.<br />

Abbiamo così in Daniele 2 l’annuncio del Regno-Tempio; in Daniele 7 il Re di questo Regno e <strong>la</strong> presentazione<br />

dei cittadini a seguito del giudizio; in Daniele 8 <strong>la</strong> purificazione del tempio celeste, ha come conseguenza <strong>la</strong><br />

purificazione del<strong>la</strong> Chiesa, cioè dei credenti di tutti i tempi affinché possano vivere nel nuovo mondo; in Daniele 11 <strong>la</strong><br />

fine dell’ultimo rappresentante del<strong>la</strong> dinastia dell’empio, già profetizzata nei capitoli 2, 7, 8 e in Daniele 12 <strong>la</strong> pietra<br />

vivente, il Figlio dell’uomo, l’Emanuele, col nome di Micael che viene a consegnare il Regno ai santi.<br />

153 Daniele 9:16,20; 11:45.<br />

154<br />

Vedere Apocalisse 14:1-5; 21:1.<br />

155<br />

Isaia 14:13.<br />

156<br />

Isaia 8:14.<br />

157<br />

J. Doukhan, o.c., pp. 55, 56. Siamo noi che abbiamo aggiunto quanto scritto tra parentesi.<br />

158 Tertulliano, Contre les Juifs, in Œuvre, tradotta da GENOUDE, III, 2 a ed. Paris 1852, p. 47.<br />

159 Hippolyte, ed. Lefévre, II, XII, pp. 144,145. MIGNE, P.G., LXXXI, col. 1301,1302,1307-1310.<br />

160 RASCHI, I, 1713, p. 745 vedeva il Regno di Dio. Pure Manasseh ben Israel, Pietra gloriosa, p. 25

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