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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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LA PERSONA DI DANIELE: AUTENTICITÀ, CANONICITÀ DEL SUO LIBRO E RISPOSTE ALLE OBIEZIONI<br />

Scrive il prof G.H. Hasel: «Le iscrizioni sul<strong>la</strong> stele di Haran pubblicate nel 1958 attestano<br />

che Nabonide partì per Teima al<strong>la</strong> fine del suo sesto anno di regno, e vi soggiornò per dieci<br />

anni. La data del<strong>la</strong> partenza 550/549 è confermata anche da un altro documento storico<br />

cuneiforme e quindi le date di Belsatsar possono essere calco<strong>la</strong>te finalmente con precisione. Il<br />

primo anno di Belsatsar (Daniele 7:19) fu l’anno 550/549 a.C., il suo terzo anno di regno (8:<br />

I) corrisponde al 548/547 a.C. Così, tra le date che abbiamo per Daniele 8 e 9, il periodo è<br />

re<strong>la</strong>tivamente corto, so<strong>la</strong>mente nove anni se Daniele 9 indica <strong>la</strong> data dell'anno del<strong>la</strong> caduta di<br />

Babilonia (539 a.C.); per contro, un lungo periodo è passato tra Daniele 2 e Daniele 7, se il<br />

secondo anno di Nebucadnetsar è anche il secondo anno del suo regno (603 a.C.). I dati<br />

cronologici in Daniele 7:1, 8:1 e 9:1 concordono e sono in armonia con le migliori<br />

informazioni storiche attuali tratte dal<strong>la</strong> fonti babilonesi contemporanee» (Ci. F. Hasel,<br />

Quelques éléments..., p. 31. Vedere Raymond Philip DOUGHERTY, Nabonidus and Belshatzar,<br />

New Haven 1929; David N. FREDMAN, The Prayer of Nabonidus, in Bulletin the Ancien School<br />

of Oriental Research , n. 145, febbraio 1957, pp. 31-38; J.A. Montgomery, o.c., pp. 66-72.<br />

Eugène PANNIER, Belsatsar associé à <strong>la</strong> puissance royale par son père Nabonide, in Revue de<br />

Lille, 1 marzo 1890, pp. 572-583. Rudolf MFYER, Das Qumran Gebet des Nabonid, in<br />

Theology Literaturzeitung, Leipzig LXXXV, 1960, p. 831-834; Iosef Tadeniz MJLIK, Prière de<br />

Nabonide, in Revue Biblique, n. 63, 1956, pp. 407-415).<br />

Scriveva il grande assiriologo francese LENORMANT: «Più io leggo e rileggo il libro di<br />

Daniele confrontandolo con i dati dei testi cuneiformi, più sono colpito del<strong>la</strong> veridicità del<br />

quadro che i primi sei capitoli tracciano del<strong>la</strong> corte di Babilonia... più riscontro infine<br />

l’impossibilità di stabilirne <strong>la</strong> redazione all’epoca di Antioco Epifane» (cit. da<br />

Handkommentar zum A.T, III, 3, in G. BEHRMANN, Das Buch Daniel, Göttingen 1894, XLVIII)<br />

e R.P. DOUGHERTY si esprime nello stesso modo: «Di tutte le fonti non babilonesi che par<strong>la</strong>no<br />

degli avvenimenti del<strong>la</strong> fine del regno neobabilonese, il capitolo 5 di Daniele è il più vicino ai<br />

testi coneiformi» (Nabonidus and Belshazzar, New Haven 1929, p. 199). Il padre M.J.<br />

LAGRANGE scriveva: «Daniele ci dice ciò che nessuno sapeva fino a questi ultimi tempi, che<br />

Belsatsar era stato l’ultimo re di Babilonia, e lo si è accusato di errore fino ai giorni in cui le<br />

iscrizioni cuneiformi hanno fatto conoscere questo nome, è rive<strong>la</strong>to nel 1924 che in effetti<br />

Belsatsar era stato nominato re di Babilonia da sua padre Nabonide» (Le Judaisme avant Jésus<br />

Christ, Paris 1931, p. 62).<br />

La formu<strong>la</strong> «O re possa tu vivere in perpetuo» (Daniele 2:4; 3:9; 5:1 O; 6:21), è secondo<br />

l’etichetta orientale (Nehemia 2: 3).<br />

L’espressione: «Re dei re» data da Daniele a Nebucadnetsar (Daniele 2:37) <strong>la</strong> si legge<br />

correntemente sulle tavolette reali.<br />

Tutto ciò conferma indirettamente <strong>la</strong> testimonianza ocu<strong>la</strong>re dell'autore e le abitudini di<br />

corte.<br />

Obiezione 10 - Non è Dario che succede al re di Babilonia ma Ciro, contrariamente a<br />

quanto è detto in Daniele 5:31. Questo Dario inoltre non è conosciuto. Se il Dario del<br />

capitolo 6:1 è Ciassare II, zio di Ciro, e Senofonte lo fa figlio di Astiage, Daniele,<br />

facendolo figlio di Assuero, commette l’errore storico di uno che non conosce quanto<br />

attribuisce al VI secolo a.C.<br />

RISPOSTA. Questa differenza può essere spiegata considerando che i due nomi Astiage e<br />

Assuero potrebbero essere due titoli onorifici dei re medo-persiano anziché dei nomi propri.<br />

Astiage (Ajis-dahaka o Ashdahak) significa “il serpente mordace” ed è stato portato da<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

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