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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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LETTERA ALLE SETTE CHIESE - L’ADORAZIONE A DIO … - I SETTE SIGILLI - LE SETTE TROMBE<br />

l’immagine delle «sette <strong>la</strong>mpade» ardenti viene raffigurato lo Spirito Santo nel<strong>la</strong> sua pienezza<br />

che esercita <strong>la</strong> sovranità di Dio nell’universo.<br />

Versetto 6. Il «mare di vetro simile al cristallo» che si estende davanti al trono di Dio ha avuto<br />

diverse spiegazioni. Gli interpreti antichi e medievali vi hanno visto l’immensa moltitudine<br />

dei salvati. L’umanità purificata che davanti a Dio è trasparente come vetro. Altri vi hanno<br />

visto l’immagine del<strong>la</strong> grazia, dal<strong>la</strong> quale scaturisce il fiume del<strong>la</strong> vita. Ma l’immagine del<strong>la</strong><br />

grazia è già raffigurata dall’arcobaleno. Altri vi hanno visto l’emblema del<strong>la</strong> verità, il<br />

battesimo. Crediamo che sia meglio vedervi <strong>la</strong> serena limpidezza dell’ordine eterno: <strong>la</strong><br />

creazione inanimata.<br />

«Le quattro creature viventi». Ireneo, Agostino, Gero<strong>la</strong>mo, Gregorio Magno, altri<br />

commentatori e artisti nelle loro opere vi hanno visto i quattro evangelisti. Gero<strong>la</strong>mo scriveva:<br />

“La prima figura, quel<strong>la</strong> dell’uomo, rappresenta Matteo, perché ha cominciato a par<strong>la</strong>re<br />

dell’uomo: <strong>la</strong> genealogia di Gesù Cristo; il leone rappresenta Marco perché in lui risuona <strong>la</strong><br />

voce del leone che attraversa il deserto; <strong>la</strong> terza, il bue, rappresenta Luca…; <strong>la</strong> quarta figura,<br />

l’aqui<strong>la</strong>, rappresenta Giovanni, che si leva in volo sulle ali, par<strong>la</strong>ndo del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> Eterna!”»<br />

(BRÜTSCH Charles, L’Apocalisse, Torino 1949, p. 60).<br />

«Un’antica parabo<strong>la</strong> giudaica, un midrash, riprende <strong>la</strong> stessa immagine. Secondo Rabbi<br />

Abahu, ci sono quattro creature potenti: l’aqui<strong>la</strong>, l’animale più potente tra gli uccelli; il bue,<br />

tra le bestie domestiche; il leone tra le bestie selvagge; ed infine l’uomo, il più potente fra tutti<br />

gli animali (STRACK H.L., BILLERBECK P., Kommentar sum Neuen Testament aus Talmud und<br />

Midrasch, t. III, München 1979, p. 799). Secondo questa tradizione i quattro animali<br />

rappresentano <strong>la</strong> creazione vivente tutta intera, come i ventiquattro anziani rappresentano più<br />

specificatamente il genere umano. La creazione dell’universo è dunque nel cuore del<strong>la</strong> visione<br />

del trono» (J. Doukhan, o.c., p. 77). Questo modo di vedere viene confermato nei capitoli 5 e<br />

7:11; 15:7. Tutta <strong>la</strong> creazione raggiunge <strong>la</strong> sua destinazione a seguito del<strong>la</strong> redenzione, torna<br />

a una santa e sublime unità con l’umanità riscattata e loda il suo Creatore. Le quattro creature<br />

viventi hanno sei ali e molti occhi, non danno alcuna impressione di pesantezza, appaiono<br />

liberate dai loro istinti e da ogni legge di gravità, sono dedite al servizio di Dio. Questo mondo<br />

creato per rendere gloria a Dio, sotto <strong>la</strong> direzione dell’uomo, fatto ad immagine e somiglianza<br />

dell’Eterno, a causa del proprio peccato, che lo ha privato del<strong>la</strong> gloria divina, lo ha trascinato<br />

nel suo squilibrio, con il resto del mondo visibile: animato ed inanimato. Nel ristabilimento di<br />

tutte le cose, Dio rende loro <strong>la</strong> dignità.<br />

«I cherubini… sono i rappresentanti più elevati del<strong>la</strong> creazione, riuniscono nel<strong>la</strong> loro persona<br />

quattro personificazioni principali di Dio che si riflettono nelle creature, cioè: <strong>la</strong> saggezza<br />

rappresentata dall’uomo, <strong>la</strong> forza produttrice dal toro, <strong>la</strong> maestà dal leone e l’onniscienza<br />

dall’aqui<strong>la</strong>» (REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. I, Lausanna 1904, p. 15). Questa visione di<br />

Giovanni ci vuole offrire, per anticipazione profetica, un quadro del<strong>la</strong> fine ultima del<strong>la</strong><br />

creazione: i 24 anziani rappresentano l’umanità riscattata nel lodare l’Eterno; le quattro<br />

creature viventi <strong>la</strong> creazione animata al suo servizio e mezzo di rive<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> gloria di Dio;<br />

il mare di vetro <strong>la</strong> restituzione al<strong>la</strong> pace celeste del<strong>la</strong> creazione inanimata.<br />

Il capitolo 5, continuazione del 4, non ci presenta il Dio Creatore, ma il Dio<br />

Redentore.<br />

Mentre il capitolo 4 conclude con gli anziani e le creature viventi celebranti <strong>la</strong> gloria di<br />

Colui che ha chiamato all’esistenza «tutte le cose», il capitolo 5 canta le meraviglie ancora più<br />

grandi dell’amore del Padre che ha riscattato i suoi figli con il sangue dell’Agnello (A.<br />

Reymond, o.c., t. I, p. 157).<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 1071

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