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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 11<br />

V sigillo. Si cambia registro. Non vengono più presentati dei cavalli, ma si vede l’altare. Ciò<br />

viene visto come il culto pubblico del<strong>la</strong> Chiesa, perché tutto quanto era fatto nel cortile del<br />

tempio, dove c’era l’altare dei sacrifici, era visibile a tutti. A coloro che erano stati martirizzati<br />

nei primi secoli fu detto che altri fedeli avrebbero subìto <strong>la</strong> stessa sorte. «…I Padri del<strong>la</strong><br />

Chiesa hanno capito che Apocalisse 6:11 si riferisce al martirio di coloro che lo dovranno<br />

subire dopo <strong>la</strong> manifestazione dell’uomo del peccato, o dell’anticristo» (C.A. Dapples o.c., p.<br />

29).<br />

VI sigillo. Si pensa che si riferisca ad una rivoluzione avvenuta nell’impero romano dopo<br />

l’epoca dei martiri, indicata dal sigillo precedente e che porta al trionfo del cristianesimo.<br />

Questo periodo inizia con Costantino con il quale il sistema politico religioso di Roma pagana<br />

cade per <strong>la</strong>sciare il posto a quello del<strong>la</strong> Roma cristiana.<br />

Questa spiegazione non <strong>la</strong> possiamo condividere per alcune ragioni.<br />

Se il primo cavallo e cavaliere rappresentano Roma vittoriosa sul mondo e il trionfo che<br />

veniva celebrato nel<strong>la</strong> capitale dai generali che entravano cavalcando il cavallo bianco, al<strong>la</strong><br />

fine del primo secolo, quando Giovanni scrive, «il trionfo dell’Impero Romano era un fatto<br />

compiuto e non che si doveva realizzare» (BONNET Louis, Le Nouveau Testament, t. IV,<br />

L’Apocalypse, Lausanne 1905, p. 379).<br />

La seconda ragione è che le ca<strong>la</strong>mità rappresentate dai cavalli hanno un senso più<br />

generale. Esse non possono essere limitate a quelle avvenute nel passato.<br />

Inoltre riteniamo che sia più corretto vedere nel VI sigillo <strong>la</strong> manifestazione di fenomeni<br />

cosmici che precedono il ritorno di Cristo, come viene indicato nel sigillo stesso, più che uno<br />

scuotimento politico, religioso e sociale del governo di Roma.<br />

Secondo sistema<br />

«I quattro primi sigilli con i loro cavalli e il loro cavalieri sono simbolici. Il cavallo<br />

rappresenta ogni volta <strong>la</strong> cristianità nel suo insieme, <strong>la</strong> Chiesa nel<strong>la</strong> sua maggioranza come<br />

essa è, e non necessariamente come deve essere; il cavaliere indica <strong>la</strong> potenza che presiede in<br />

ogni periodo ai destini del<strong>la</strong> Chiesa.<br />

I sigillo. Il cavaliere figura Gesù Cristo e i suoi apostoli che escono per vincere;<br />

II sigillo. Indica gli imperatori non cristiani;<br />

III sigillo. Si riferisce a Costantino e gli imperatori cristiani;<br />

IV sigillo. Raffigura il tempo del<strong>la</strong> supremazia papale.<br />

Mediante i colori i quattro cavalli indicano <strong>la</strong> gradazione discendente dello stato del<strong>la</strong><br />

religiosità del<strong>la</strong> cristianità. Se il bianco raffigura <strong>la</strong> purezza, il rosso indica una alterazione<br />

notevole, <strong>la</strong> persecuzione del<strong>la</strong> Chiesa, il nero l’apostasia, mentre il colore smorto, livido o<br />

verde, simboleggia <strong>la</strong> decomposizione…(del<strong>la</strong> Chiesa)<br />

Al simbolismo puro succede una prosopopea o personificazione che risponde esattamente<br />

al<strong>la</strong> situazione nuova che segue con il millennio del<strong>la</strong> supremazia papale…<br />

V sigillo. L’altare dei sacrifici… simboleggia <strong>la</strong> nostra terra, il cui seno nasconde <strong>la</strong> cenere e il<br />

sangue delle innumerevoli vittime dell’intolleranza» (VUILLEUMIER Jean, L’Apocalypse,<br />

Dammarie-les-Lys 1938, pp. 55, 75, 76, 77).<br />

1076<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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