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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 2<br />

quale è presentato nelle tavolette in cuneiforme alfabetico come colui che «giudica il processo<br />

del<strong>la</strong> vedova; giudica il giudizio dell’orfano» (SPADAFORA Francesco, La Sacra Bibbia, t. II,<br />

Ezechiele, ed. Marietti, Torino 1964, p. 966). Riteniamo che sia assurdo che un profeta<br />

dell’Eterno citi ad esempio d’integrità un mito pagano. Questa sconsideratezza è un pensiero<br />

generalmente sostenuto e si trova anche nel<strong>la</strong> Bibbia - Paro<strong>la</strong> del Signore, TILC: «Noè, Danel<br />

e Giobbe, tre persone molto celebri nel<strong>la</strong> tradizione del Vicino Oriente Antico per <strong>la</strong> loro vita<br />

giusta e saggia. Danel non è il protagonista del libro biblico di Daniele, ma un antico eroe<br />

del<strong>la</strong> letteratura canea».<br />

I razionalisti giustificano <strong>la</strong> loro posizione affermando che sebbene Daniele sia presentato<br />

come saggio, com’è indicato anche nel libro omonimo, «è molto poco probabile che Ezechiele<br />

parli qui di un contemporaneo di cui, se bisogna credere al libro di Daniele, <strong>la</strong> bril<strong>la</strong>nte<br />

carriera era appena incominciata a quell’epoca; ciò che stupisce soprattutto, è che il profeta<br />

abbia potuto mettere un giovane contemporaneo sullo stesso piano di Noè e Giobbe» (KUENES,<br />

La Bible, nouvelle traduction, 7 a parte, p. 228; cit. FABRE d’ENVIEU Jules, Le livre du Prophète<br />

Daniel, t. I, I parte, Paris 1888, p. 5).<br />

La realtà è un po’ diversa: quando Ezechiele scriveva il suddetto passo arrivava a<br />

Babilonia. Si era verso il 590 a.C. e da oltre quindici anni Daniele era in quel<strong>la</strong> città e<br />

dall’inizio occupava un posto influente, comandando tutta <strong>la</strong> provincia di Babilonia (Daniele<br />

2:48).<br />

Daniele non era più un giovinetto, aveva circa 30 anni. Gli amici di Roboamo, figlio di<br />

Salomone, sono indicati come “giovani”, (1 Re 12:814:21) ma «questi camerati del re avevano<br />

40 anni» (BENOIT Pierre, Le prophète Daniel, Vennes sur Lausanne 1941, p. 8).<br />

La celebrità storica di questo uomo ci aiuta a capire perché i giudei diedero spesso e<br />

volentieri il suo stesso nome e quello dei suoi amici ai loro figli (Nehémìa 10:6; il :2; 8:4).<br />

A questa critica dei razionalisti possiamo rispondere dicendo che «<strong>la</strong> Scrittura è in armonia<br />

con se stessa. Ezechiele è tra i testimoni degli scritti di Daniele. Il libro di Daniele spiega le<br />

allusioni di Ezechiele. Nessun’altra spiegazione può essere data alle parole di Ezechiele.<br />

Ezechiele fa evidentemente allusione a qualcuno ben conosciuto da coloro ai quali par<strong>la</strong>, a<br />

qualcuno che è così conosciuto come i grandi patriarchi Noè e Giobbe. Tale era Daniele sotto<br />

<strong>la</strong> protezione del quale vivevano i Giudei esiliati. Ma al di fiori di lui, dove è questo uomo,<br />

rinomato per <strong>la</strong> sua saggezza, santo come i più santi, <strong>la</strong> cui memoria è sopravvissuta dal<strong>la</strong><br />

fondazione del mondo; questo uomo che i Giudei avrebbero riconosciuto subito come<br />

riconobbero Noè e Giobbe?... (Tutto questo prova che Daniele) era già sufficientemente<br />

conosciuto come un modello di giustizia e di saggezza» (Dott. PUSEY Edward, Daniel the<br />

prophete, Bouverie, Oxford, 1864, p. 108).<br />

La fama e l’ammirazione nei confronti di Daniele erano grandi anche al di fuori del popolo<br />

d’Israele e di Babilonia. <strong>Quando</strong> i persiani conquistarono <strong>la</strong> città, Daniele continuò ad avere<br />

incarichi importanti. Giuseppe F<strong>la</strong>vio scriveva che: «Dario al quale i Giudei danno un altro<br />

nome, era figlio di Astiage (Assuero) e aveva 62 anni quando, con l’assistenza di Ciro, suo<br />

nipote, rovesciò l’Impero di Babilonia. Egli portò allora con lui, nel<strong>la</strong> Media, il profeta<br />

Daniele e, per far conoscere come lo stimava, lo stabilì come uno dei tre supremi governatori<br />

il cui potere si estendeva su 360 altri, poiché egli lo considerava come un uomo tutto divino»<br />

(Antichità Giudaiche, X,12).<br />

La persona di Daniele, che non dette adito a nessuna accusa nel<strong>la</strong> sua amministrazione<br />

(Daniele 6:4), era un motivo di rimprovero e un personaggio scomodo per i suoi gelosi<br />

colleghi pagani. È ancora oggi scomodo e continua ad essere un uomo da eliminare. Ora, pur<br />

972<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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