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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XIV<br />

abitudini quotidiane alle quali credevano avere detto un eterno addio. 77 La delusione<br />

77 Alcune testimonianze: BATES Joseph ex capitano di vascello in pensione: «Tutti i nostri cuori erano uniti<br />

nell’opera e tutti apparivamo pieni di fervore nel cercare di prepararci nel modo più completo in vista del<strong>la</strong> venuta di<br />

Gesù, che ritenevamo imminente. Migliaia erano coloro che si prodigavano dando l’annuncio e diffondendo libri,<br />

opuscoli e giornali contenenti il messaggio. Purtroppo, però, un’amara delusione aspettava coloro che vegliavano.<br />

Poco prima del giorno definito, i fratelli che si erano recati in diverse località fecero ritorno alle loro case, e tutti<br />

rimasero in attesa del<strong>la</strong> venuta del loro Signore e Salvatore. Il giorno trascorse, seguito da altre 24 ore, ma <strong>la</strong> tanto<br />

attesa liberazione non giunse.- L’effetto di questa delusione può essere capita solo da quanti <strong>la</strong> subirono. I credenti<br />

avventisti furono messi a dura prova con vari risultati. Alcuni si ritirarono delusi, mentre una <strong>la</strong>rga maggioranza<br />

continuò ad insegnare ed a sollecitare le persone, sostenendo che i giorni non erano finiti. Altri ritenevano che i giorni<br />

erano finiti, sì, ma ci sarebbe stato un chiarimento prima o poi. Tutti, eccetto questa categoria, virtualmente rigettarono<br />

<strong>la</strong> precedente esperienza e rimasero immersi nelle tenebre riguardo all’opera che il popolo avventista sarebbe stato<br />

chiamato a svolgere» The Autobiography of Elder Joseph Bates, Steam Press of the Seventh day Adventist Publishing<br />

Association, Battle Creek, Michigan, 1868, p. 300. «Egli non aveva più nul<strong>la</strong>: né denaro, né arredamento domestico.<br />

Disponeva solo in giardino di un piccolo raccolto di patate. I suoi vicini si erano offerti di acquistarlo ma egli aveva<br />

rifiutato di venderlo perché – nel<strong>la</strong> sua onestà – egli riteneva che non era giusto venderlo in quanto essi non<br />

avrebbero tratto beneficio alcuno (dato che il mondo, secondo <strong>la</strong> sua convinzione, sarebbe finito con <strong>la</strong> venuta di<br />

Gesù. NdT). Joseph Bates aveva detto: “Lasciatele nel terreno come testimonianza del<strong>la</strong> mia fede nell’immediato<br />

ritorno in terra del Maestro”. In casa vi erano alcuni oggetti di rame ed egli li prese e uscì a venderli e acquistare un<br />

po’ di farina. I ragazzi del<strong>la</strong> strada lo schernirono gridando: “Pensavo che ieri tu saresti salito in cielo”. Nel dirmi<br />

questo, aggiunse: “Non potete avere idea dei sentimenti da me provati. Ero stato un cittadino rispettato e avevo con<br />

sincera fiducia esortato le persone a prepararsi per l’atteso cambiamento (che sarebbe derivato dall’avvento di Cristo.<br />

NdT). Con questi sarcasmi scagliatimi contro, se <strong>la</strong> terra si fosse aperta per inghiottirmi, sarebbe stata una cosa più<br />

dolce dell’angoscia da me provata”».<br />

BOUTELLE Luther: «Il 22 ottobre passò <strong>la</strong>sciando indicibilmente tristi i fedeli in attesa, mentre gli increduli e gli<br />

empi esultavano. Tutto era fermo. Nessun giornale avventista pubblicato; nessuna riunione come in precedenza.<br />

Ognuno si sentiva come abbandonato a se stesso. Senza nessuna voglia di par<strong>la</strong>re con altri. Che tristezza trovarsi<br />

ancora in questo freddo mondo! Nessuna liberazione, perché il Signore non era venuto. Non ci sono parole atte a<br />

descrivere <strong>la</strong> delusione di un vero avventista di allora. Solo coloro che vissero tale esperienza possono essere in grado<br />

di affrontare l’argomento. Tutti tacevano. Solo due domande erano sul<strong>la</strong> bocca di tutti: “Perché siamo ancora quaggiù?<br />

Che cosa accadrà?” Tutti interrogavano <strong>la</strong> loro Bibbia per sapere che cosa fare. In alcuni posti essi cominciarono a<br />

riunirsi per cercare insieme un po’ di luce onde attenuare <strong>la</strong> delusione provata. Non contento di starmene a casa, dopo<br />

un tempo così agitato, mi recai a Boston… Trovai i fratelli del luogo in uno stato confusionale. Organizzammo delle<br />

riunioni. Cercai di confortare meglio che potevo quanti vi parteciparono, invitandoli a rimanere saldi nel<strong>la</strong> fede…».<br />

EDSON Hiram: «Durante quello che è chiamato movimento del settimo mese nel 1844, io stesso con vari altri<br />

fratelli ero impegnato nel<strong>la</strong> diffusione di pubblicazioni sul<strong>la</strong> venuta di Cristo e nelle riunioni serali, private, in casa<br />

mia… Essendo il vero grido: “Ecco, lo sposo viene!” fissato per il decimo giorno del settimo mese, ed essendo stati<br />

istruiti che <strong>la</strong> venuta dello Sposo per il matrimonio sarebbe stata realizzata con il secondo avvento di Cristo sul<strong>la</strong> terra<br />

(che era una idea errata), noi aspettavamo fiduciosi di vedere Gesù Cristo e tutti gli angeli con lui, e che <strong>la</strong> sua voce<br />

avrebbe risuscitato…. Le nostre aspettative erano andate intensificandosi e così noi aspettavamo <strong>la</strong> venuta del Signore<br />

fino a che l’orologio non segnò <strong>la</strong> mezzanotte. Il giorno era passato e <strong>la</strong> nostra delusione divenne una dolorosa<br />

certezza. Le nostre più ambite speranze e aspettative erano andate deluse e su noi si abbatté uno spirito di tristezza mai<br />

conosciuto prima. Era come se <strong>la</strong> perdita di cari amici terreni non potesse essere paragonata al dolore da noi provato.<br />

Piangemmo a lungo fino allo spuntare del giorno… Avevamo di che rattristarci e piangere su tutte le nostre più care<br />

speranze perdute» HIRAN Edsom, manoscritto autobiografico, senza data, conservato nel<strong>la</strong> Biblioteca Andrews.<br />

MILLER William dal quale è venuto il movimento millerita dell’attesa del Signore: «Il nono giorno (21 ottobre<br />

1844) fu partico<strong>la</strong>rmente notevole: avemmo riunioni per l’intera giornata. Il nostro luogo di culto era gremito di<br />

persone ansiose. L’indomani fu un giorno partico<strong>la</strong>rmente solenne. Persino gli schernitori tacevano e molti oppositori<br />

si limitavano ad osservare quanto stava accadendo. Il giorno trascorse e in quelli seguenti (23 ottobre) fu come se i<br />

demoni del “pozzo dell’abisso” si scatenassero su di noi. Quelle stesse persone che due giorni prima gridavano per<br />

ricevere misericordia si unirono agli altri per sbeffeggiarci, schernirci, minacciarci nel modo più b<strong>la</strong>sfemo. Da allora<br />

più nessuno frequentò le nostre riunioni» Estratto da una lettera al dott. I. O. Orr di Toronto, del 3 dicembre 1844.<br />

L’originale si trova nel<strong>la</strong> raccolta di materiale avventista nel<strong>la</strong> Biblioteca dell’Università Aurora, nell’Illinois.<br />

MORSE Washington: «Io con migliaia di altre persone esperimentai <strong>la</strong> grande delusione del 22 ottobre 1844.<br />

Nessuno, se non coloro che l’hanno vissuta potrà mai rendersi conto del<strong>la</strong> nostra angoscia. La nostra esperienza fu<br />

simile a quel<strong>la</strong> dei discepoli di Cristo dopo <strong>la</strong> sua crocifissione» The Former Day, The Advent Review and Sabbath,<br />

10 marzo 1903.<br />

560<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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