20.05.2013 Views

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L‘ASCESA DEL PAPATO<br />

sono moltiplicati. Nel suo discorso del 1° gennaio 1979, Giovanni Paolo II stimava che<br />

«bisogna accelerare il passo» per pervenire a riunire in una so<strong>la</strong> Chiesa più di un miliardo di<br />

cristiani. Di fronte al Consiglio ecumenico delle Chiese, a Ginevra, Giovanni Paolo II ha<br />

ricordato che <strong>la</strong> Chiesa cattolica «con piena fedeltà verso <strong>la</strong> tradizione apostolica e verso <strong>la</strong><br />

fede dei Padri, ha conservato nel ministero del vescovo di Roma il punto di riferimento<br />

visibile e il garante dell’unità» (G.F. Denzler, o.c., pp. 98,99).<br />

Il papato centro del<strong>la</strong> fede - re<strong>la</strong>zione con le altre religioni<br />

In questa evoluzione verso l’unità, il papato appare sempre di più come essendo al servizio<br />

del<strong>la</strong> comunione, centro d’unità, nello stesso momento in cui i pregiudizi anti-romani si<br />

fondono come neve al sole. Un nuovo avvenire sembra dunque aperto per lui, un avvenire<br />

ecumenico. Il papa si considera come il «garante dell’unità dei cristiani». Questa funzione<br />

unificatrice del Papa non è so<strong>la</strong>mente indispensabile ai cattolici ma è anche auspicata da<br />

eminenti autorità protestanti. E. JNGEL par<strong>la</strong> di una «rappresentazione giuridica dell’unità di<br />

tutti i cristiani», U. KÜHN di una «riunificazione p<strong>la</strong>usibile sotto <strong>la</strong> direzione del papa», il quale<br />

abbia <strong>la</strong> funzione di «servitore» e non di «potentato». Delle Chiese non cattoliche vedono in<br />

lui oggi il «portaparo<strong>la</strong> di tutti i cristiani» (Materialdienst 34, 1983, 105. Oscar CULLMANN,<br />

nel<strong>la</strong> sua opera, Papsttum als charismatischer Diens, (Unità nel<strong>la</strong> diversità) dice che gli stessi<br />

protestanti vedono positivamente «che <strong>la</strong> Chiesa non è concepibile senza l’ufficio di San<br />

Pietro». Per i protestanti che soffrono del<strong>la</strong> loro debolezza, il papato è visto come un<br />

«bastione» di fronte alle potenze del mondo che cercano di strappare al<strong>la</strong> Chiesa <strong>la</strong> sua<br />

autonomia e al<strong>la</strong> forme interne di decomposizione che <strong>la</strong> portano al<strong>la</strong> seco<strong>la</strong>rizzazione. Non<br />

stupisce che teologi cattolici chiedano ai protestanti di riconoscere nel papato «il senso del<br />

diritto (sic) del servizio di San Pietro come il garante concreto dell’unità del<strong>la</strong> Chiesa» pur<br />

<strong>la</strong>sciando alle differenti confessioni di conservare i loro insegnamenti e le loro tradizioni nel<strong>la</strong><br />

misura in cui «nessuna sentenza costituisca un dogma che obblighi l’altra confessione a<br />

rigettarlo in forma decisa e determinata». Naturalmente questo obbligherebbe i protestanti ad<br />

accettare in una forma tacita il dogma del primato giuridico e dell’infallibilità. Giovanni Paolo<br />

II è consapevole di questa difficoltà dei protestanti e per l’inizio del terzo millennio cerca per<br />

il momento di riconciliarsi con le Chiese ortodosse. Il suo scopo è quello di raggiungere una<br />

unità organica delle Chiese che superi il concetto di confessioni diverse unificate in una<br />

Chiesa mondiale rinnovata e model<strong>la</strong>ta da Roma. Il titolo con il quale sempre più si fregia:<br />

“rappresentante di Cristo” tende a presentarlo sempre più come il pastore nei confronti del<br />

gregge.<br />

Benché <strong>la</strong> causa ecumenica rivesta una grande importanza agli occhi del Vaticano, essa<br />

non è che una delle sfaccettature del<strong>la</strong> politica d’apertura praticata dal papato da una ventina<br />

d’anni. In effetti, Roma manifesta ugualmente una volontà di dialogare nei confronti delle<br />

comunità religiose non cristiane. Questa volontà s’è tradotta nel<strong>la</strong> creazione nel 1964, al<br />

tempo di Paolo VI, del Segretariato pontificio per i Non Cristiani. Dipendente dal<strong>la</strong> Curia,<br />

questo organismo è servito soprattutto allo stabilimento delle re<strong>la</strong>zioni con il Buddismo e<br />

l’Is<strong>la</strong>m.<br />

Evocando <strong>la</strong> necessità di un dialogo tra cristiani e mussulmani, Giovanni Paolo II ha<br />

dichiarato a Istanbul, il 29 novembre 1979, che le due religioni potrebbero «proteggere e<br />

incoraggiare» <strong>la</strong> giustizia sociale, i valori morali, <strong>la</strong> pace e <strong>la</strong> libertà. Nello stesso giorno il<br />

rappresentante dell’Organizzazione del<strong>la</strong> Liberazione del<strong>la</strong> Palestina (OLP) in Turchia, Abou<br />

FIRAZ. dichiarava ad Ankara che il viaggio del papa era un «passo positivo», e aggiungeva:<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 1241

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!